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Feste di compleanno nell’era del consumismo (ormai al tramonto)

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di Chiara Insinga 

 

Chi di noi non ricorda le proprie feste di compleanno o quelle dei compagni di scuola? Io serbo un ricordo misto di nostalgia e simpatia di quei pomeriggi che, soprattutto durante gli anni della scuola elementare, si svolgevano secondo uno schema molto semplice e, per così dire, rituale: il festeggiato invitava a casa propria alcuni amichetti con cui trascorreva il pomeriggio giocando e facendo merenda (ricordate le “brioscine” imbottite dalla mamma?); infine c’era il momento della torta con le candeline, immortalato dall’immancabile foto con la Polaroid. Poi, fine della festa (con grande sollievo della padrona di casa e altrettanta soddisfazione del festeggiato). 

Chi ha dei figli ancora piccoli si sarà certamente accorto che la realtà a cui assistiamo oggi è lontana anni luce dai nostri cari, ma ormai decisamente datati, ricordi dell’infanzia: da un po’ di anni a questa parte, infatti, il compleanno dei bambini si è trasformato in un evento in piena regola, attorno al quale è fiorito un vero e proprio business che ha visto il proliferare di strutture e figure professionali che si occupano dell’organizzazione dell’evento stesso.

Attenzione: anche oggi queste feste prevedono una certa schematicità nel loro svolgimento, ma se ai nostri tempi si trattava della ritualità rassicurante delle piccole cose quotidiane, oggi il rito è proiettato in una dimensione assai diversa e forse, a mio avviso, decisamente sproporzionata rispetto all’occasione che lo determina. Per farsi un’idea, basti pensare che una festa di compleanno per un bambino in una struttura come quelle di cui si è detto prima – con tanto di animatori, maghi, ecc. – può costare anche cinquecento euro; una bella cifra, considerati i tempi di crisi che stiamo vivendo! 

Ci sono feste, a cui ho partecipato in qualità di accompagnatrice dei miei figli, che rispecchiano meglio l’età del bambino e il suo mondo ancora infantile, ma spesso accade che i bambini di quattro-sei anni vengano fatti ballare a suon di musica a tutto volume, in stanzoni illuminati da luci da discoteca, come se fossero degli adolescenti! Non di rado, poi, i piccoli malcapitati, appena arrivati, vengono piazzati davanti ai videogiochi e  opportunamente rimbambiti fino al momento di andare via. La merenda, poi, solitamente viene  consumata seduti attorno a un  tavolo davanti ad uno schermo che proietta un cartone animato, ad impedire ogni forma di socializzazione. La festa può addirittura prevedere uno spettacolo di magia con l’uso di colombe o coniglietti ammaestrati che fanno una gran pena, terrorizzati come sono da tutte quelle manine che vorrebbero toccarli e accarezzarli.

L’argomento può sembrare un’inezia, ma a ben vedere, secondo me, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio fenomeno di costume che rivela alcuni aspetti della nostra società, nonché una concezione dell’infanzia che è profondamente cambiata rispetto anche solo a venti o trent’anni fa. Mentre ad una di queste feste guardavo stupita mio figlio di sei anni dimenarsi come un matto al suono della musica assordante da discoteca, pensavo tra me e me che, se trent’anni fa, quando ero bambina, mi fossi trovata in una situazione simile, avrei pianto per una settimana. Altro che divertimento! 

Ma, evidentemente, i nostri figli sono molto diversi da come eravamo noi una volta, abituati  ai ritmi sempre più frenetici della vita quotidiana, che impone loro una quantità spesso eccessiva di impegni di ogni tipo (sport, corsi di musica, pittura, teatro…) e sottoposti a stimoli sensoriali sempre più potenti (videogiochi, internet).

Oggi tutto va spettacolarizzato, i tempi devono essere accelerati, i figli troppo presto cominciano ad essere trattati da adolescenti. E anche una circostanza intima e privata come il compleanno di un bambino, che forse, con maggiore serenità di quest’ultimo, dovrebbe viversi all’interno delle quattro mura domestiche con pochi familiari e amici, diventa un evento spettacolarizzato.

Certo, ogni genitore farebbe qualsiasi cosa per i propri figli e quasi tutti (ed io per prima, lo ammetto!) almeno una volta siamo stati tentati dall’idea che tutto questo possa fare la felicità di un bambino. Ma oggi non sarebbe più giusto da parte nostra dare ai nostri piccoli e a chi ci sta accanto un segnale di maggiore sobrietà? Nonostante la nostra società imponga ritmi e regole da cui i bambini non possono non essere influenzati, noi genitori possiamo ancora fare molto per far crescere i nostri figli in modo diverso.

Anche a partire da queste piccole cose.   

 

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