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Un albergo etico al Sud, gestito da sette ragazzi con disabilità: la “casa di Toti” diventa realtà

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Accoglieranno gli ospiti e provvederanno a garantire nel migliore dei modi una permanenza serena all’interno del primo albergo etico del Sud d’Italia ricavato dalla trasformazione di una villa settecentesca di Modica. Saranno sette giovani con disabilità de “La casa di Toti” infatti, coadiuvati opportunamente da tutor a gestire l’albergo etico. Il sogno di Muni Sigona, proprietaria della villa, donna solare e tenace ma soprattutto mamma di Toti, giovane autistico, è diventato, infatti prima progetto ed adesso con l’inaugurazione della posa della prima pietra avvenuta sabato scorso, un’opera concreta.

A festeggiare questo primo momento importante avvenuto lo scorso 26 novembre c’erano anche dieci compagni di classe insieme a due professori e la preside della scuola “Enrico De Nicola” di San Giovanni La Punta (Ct), frequentata da Toti.

I sette giovani, assistiti da tutor specializzati, si impegneranno concretamente nella gestione dell’albergo ognuno con un proprio ruolo per 4 ore al giorno con un turn-over in cui non faranno sempre le stesse cose. L’obiettivo è anche quello che questi ragazzi possano sviluppare sempre di più le loro autonomie. Si inizierà con degli stage brevi per favorire il passaggio graduale del distacco dei ragazzi dalle famiglie. I colloqui con le famiglie dei ragazzi con disabilità e quelli per la scelta degli operatori verranno affidati allo studio di Catania “Parentage” curato dalla psicologa Valentina Genitori.

Dopo quasi due anni di intenso fundraising e di superamento di tutti gli adempimenti burocratici, adesso, infatti ci sono le risorse e le autorizzazioni per avviare non solo la costruzione, ma anche la formazione finalizzata alla gestione di questo albergo etico che è tra i progetti “adottati” da Franco Antonello della fondazione “I bambini delle fate”. “Grazie al nostro sistema di aiuti – spiega Franco Antonello presente all’inaugurazione – stiamo portando avanti 48 progetti sociali in Italia. Per La Casa di Toti come primo stra-up sono stati raccolti 77 mila euro da 23 imprenditori siciliani. Siamo solo all’inizio ma siamo sicuri che in futuro i sostenitori continueranno a crescere”.

“Per me questa prima pietra rappresenta tantissimo – dice emozionata Muni Sigona – perché stiamo avendo il coraggio finalmente di partire anche con un poco di sana incoscienza. Grazie a 23 imprenditori generosi realizzeremo un’impresa nel sociale basata su un co-housing, in attesa che la Sicilia recepisca nel migliore dei modi la legge sul Dopo di noi. In questo modo vogliamo ridare dignità e futuro a Toti e ad altri ragazzi ‘speciali’ come lui ma che non hanno avuto la stessa fortuna di avere una famiglia così presente. L’obiettivo è quello di realizzare – dice Muni Sigona – una casa residenziale per disabili medio-gravi dove faremo conciliare impresa sociale e occupazione, ribaltando il concetto di assistenza al disabile che da fruitore del servizio ne diviene il gestore. Questo albergo l’ho sognato, una notte, dopo aver conosciuto l’esperienza di una realtà simile ad Asti gestita da ragazzi Down. Insieme a mio marito Michele gestiamo già da anni la nostra villa di Modica come struttura ricettiva: immaginare di trasformarla significava pensare al futuro di Toti nell’ottica proprio di un dopo di noi. Sono convinta che nel mondo ci sono tante persone sensibili e dal cuore grande. Le persone che decideranno di venire a Modica – aggiunge Muni Sigona – potranno scegliere di essere ospitate ed accolte da ragazzi speciali da cui non potranno che essere arricchiti umanamente”.

“I lavori cominceranno subito e ipotizziamo che durino al massimo 2 anni ma questo dipenderà dai sostenitori – continua Muni Sigona -. Faremo gli scavi, le mura, il tetto con i soldi che abbiamo raccolto fino ad ora e speriamo di fare a poco a poco il resto con quelli che ci auguriamo continueranno ad arrivare attraverso ‘I Bambini delle Fate’ e con la generosità degli imprenditori siciliani, ma non solo. Non abbiamo avuto nessun finanziamento pubblico ma un’altra prospettiva potrebbe essere quella di riuscire a trovare inseguito anche le strade per avere alcuni sostegni pubblici. Vorrei impegnarmi molto anche nelle scuole perché oggi mi sento una mamma felice perché finalmente, dopo tante esperienze non belle, Toti da due mesi è pienamente integrato con i suoi compagni di classe. I ragazzi se opportunamente formati riescono ad essere davvero splendidi”. “Per noi è bello essere qui oggi. I ragazzi hanno accolto Toti alla pari – afferma con soddisfazione l’insegnante di sostegno di Toti Silvana Torrisi – senza riserve. Dopo un primo momento di adattamento reciproco lui adesso è armonicamente integrato nella classe. Si è creato, infatti, un equilibrio per cui i compagni sanno interpretare anche i diversi momenti emotivi di Toti”. “Con Toti condividiamo parecchi momenti in classe – dice pure Tiziana Indelicato una sua compagna di classe – e stiamo imparando a conoscerci ed a volerci bene sempre di più. Per noi la sua presenza è un’esperienza di arricchimento e di crescita”.

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