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Bergoglio e pregiudizio

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Lo “schiaffo” e le reazioni di pancia

papa francesco 2.jpgLa girandola dei commenti sul gesto di papa Francesco (ormai soprannominato “papa Manesco”), è un festival delle reazioni di pancia. 
I suoi detrattori di sempre godono nel poter finalmente far vedere che il papa che predica perdono e accoglienza non abbia idea di cosa parli; i suoi fans, invece, tutti intenti a lodare la sua umanità, facendo notare che chiunque di noi, strattonato violentemente come un pupazzo da selfie, avrebbe reagito allo stesso modo. 
Queste interpretazioni sono tutte campate in aria, istintiva espressione delle proprie personali antipatie o simpatie nei confronti di Bergoglio e del suo pontificato. E sono basate rispettivamente su due pregiudizi. Il primo, sposato dai detrattori del papa, è che a un personaggio pubblico che promuove valori morali e spirituali non possa mai accadere di contraddirli, nemmeno per umana debolezza. Il secondo è che, quando gli capita di contraddirli, vada pienamente giustificato, visto che “errare è umano”, come stanno dicendo in tanti in queste ore. 

Uomo e papa

Si tratta di due errori uguali e contrari. Se chi critica il papa dimentica infatti che anche lui è un essere umano, chi lo difende, da parte sua, dimentica che questo essere umano è un papa. Dunque diciamolo: il gesto del papa è stato molto sgradevole, umanamente comprensibile ma anche criticabile. Non a caso, molto umanamente appunto, il papa ha poi chiesto scusa. Dimostrando che certe sue reazioni istintive sono frutto di un temperamento che, evidentemente, tende a sfuggirgli… di mano, anche quando è in pubblico (non è la prima volta che il papa reagisce così con i fedeli). 

Una questione di temperamento

E qui si apre un capitolo totalmente ignorato dalla maggioranza dei commentatori. Il carattere personale dei papi: Ratzinger era un mansueto, Wojtyla, come Bergoglio, un passionale e un sanguigno. Chi conosce la storia degli ultimi tre pontificati, sa bene che Ratzinger si è dimesso anche a causa del suo carattere remissivo e riflessivo, poco incline alla gestione “politica” dei problemi interni ed esterni alla Chiesa. Bergoglio, in questo più simile a Wojtyla, è un uomo che sa imporsi, che talvolta può anche apparire “vendicativo” nel modo in cui gestisce i problemi della Chiesa, inclusi quelli che coinvolgono i rapporti personali. E come Wojtyla non faceva complimenti quando si trattava di regolare i conti con i personaggi – come i teologi dissidenti – che a suo modo di vedere mettevano in pericolo la missione della Chiesa, allo stesso modo sta facendo Bergoglio dal suo punto di vista. Anche per queste ragioni, a me, personalmente, il gesto di ieri non ha destato alcuna sorpresa. È tipicamente bergogliano, e avrebbe potuto compierlo anche Wojtyla (ma se avessimo sotto gli occhi la vita privata dei papi, siamo così sicuri che qualcuno si salverebbe? Nessun essere umano lo farebbe. Ergo nemmeno i papi).

Apprendisti nell’ umanità

Dunque va bene: ridimensioniamo il gesto. Ricordiamoci che, rispetto all’ideale della pazienza e della cordialità, siamo tutti apprendisti, inclusi quei poveracci, come i papi, che dovendocelo continuamente ricordare, si espongono maggiormente all’accusa di incoerenza. Ma per favore, non celebriamo l’umanità del papa che schiaffeggia i fedeli. Quella donna, per quanto maldestra, ha agito altrettanto umanamente e istintivamente del papa. Ha anche lei il diritto a essere un povero essere umano o l’umanità è privilegio solo dei papi?

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