A Palermo una mostra sui “Tesori della Fede” esalta l’anima degli artisti senza nome

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Il convento della Chiesa di San Francesco di Paola, oggi sede del “Circolo Unificato di Presidio dell’Esercito”, “Circolo Ufficiali” di Palermo, ospiterà, in sinergia con la Parrocchia e l’Università degli Studi di Palermo, una mostra aperta al pubblico dal titolo: “ I Tesori della Fede”.

Si tratta di capolavori artistici letteralmente trasportati, anche con una certa fatica, dalla chiesa attigua di San Francesco di Paola fino all’ex convento, per realizzare la   mostra e   permettere a tutti di posare lo sguardo su una parte del patrimonio artistico e librario posseduto dalla chiesa.

La storia della Chiesa

Sorta nel luogo dove si dice che sia stata sepolta Sant’Oliva, che domina i molti affreschi, la chiesa di San Francesco di Paola dopo essere stata data alla maestranza dei sarti nel 1485, per volere del vice re, detto Ettore Pigliatelli, nel 1518 passa all’ordine dei Frati Minimi di S. Francesco di Paola, che dopo averla abbattuta la ricostruirono e portarono a termine nel 1594. Se all’esterno domina il massiccio campanile, l’interno si apre in un’unica navata a cui fanno rispetto profonde cappelle laterali. Allo zoppo di Gangi e Vito d’Anna si devono gli affreschi che impreziosiscono la chiesa ricca di tele e simulacri di artistica fattura. Il convento oggi, sede del Circolo Unificato di Presidio dell’Esercito, offre, con i restauri interessati, scoperte d’arte.  

Il commento di Rita Cedrini, curatrice della mostra

«L’idea nasce dal presentare una mostra  che non   sia soltanto di oggetti sacri  legati a un nome e un  cognome,  a un’artista in  particolare – mi spiega, durante l’intervista, la professoressa Rita Cedrini (autrice di oltre 70 testi nell’ambito dell’antropologia e dell’arte ), che ha curato la mostra insieme all’architetto  Lina Bellanca , Maria Oliveri e Maria Immordino per l’organizzazione  – , ma cerca di dare importanza anche a coloro che, lavorando nel silenzio del convento di clausura, hanno messo la loro opera per la gloria di Dio.

Parliamo delle suore di clausura alle quali è stata data poca rilevanza per quello che hanno realizzato, senza sottolineare il valore umano che scaturisce dalle loro opere ,soffermandosi, in particolare, solo  su  quello artistico.

La chiesa, essendo ancora un convento di clausura maschile, non ha consentito l’accesso a quei tesori che conserva al suo interno, per cui, in occasione del Natale, si è voluto esporre qualcosa per dimostrare la grande ricchezza conservata nel tempo, grazie alla preziosa cura da parte dei Frati Minimi.

La scelta del luogo della mostra, il “Circolo Ufficiali di Palermo”, non è stata fatta a caso. I militari, infatti, con la “legge delle guarentigie”, hanno avuto l’assegnazione della parte del convento in cui, qualche tempo fa, sono stati ritrovati degli affreschi che riguardano la vita di San Francesco.

Quindi il luogo indica la continuità di un percorso della storia che vede, ancora oggi, una sinergia tra la Chiesa e l’Esercito, per ricostruire, insieme, un pezzo di storia che li accomuna e renderlo fruibile alla città.

Nella mostra, tra le opere, mi ha colpito, in particolare, il bambinello dell’artista Bagnasco, perché possiede delle fattezze che ci permettono di risalire all’umanità che sta dietro un elaborato artistico e poi… la bellezza dei paliotti!  Ebbene, io immagino le monache che hanno realizzato   quei paliotti.

Come non definirle artiste?! Le monache hanno lavorato con il filo impalpabile di seta, attraverso un materiale umile, allo stesso modo in cui l’artista potrebbe fare con una materia importante come il marmo…

Le monache, nel silenzio dei loro conventi, hanno realizzato questi capolavori: paliotti ,ma anche  paramenti sacri, tovaglie d’altare e tanto altro… rimasti anonimi, fatti da suore di clausura sconosciute, volutamente e ingiustamente avvolte nell’anonimato. La mostra, che ho personalmente curato, ha l’intento di esaltare anche loro: artiste senza nome, dalle  cui opere traspare l’anima… perché se la Storia dell’Arte si sofferma sul soggetto, io cerco l’anima che c’è dietro».

Gli interventi e le ragioni della mostra

Durante il corso della presentazione della mostra e della inaugurazione, la storia del luogo è stata ripercorsa e illustrata in maniera esaustiva dal Gen. D. Maurizio Angelo Scardino, Comandante Militare dell’Esercito in Sicilia. Il Comandante ha fatto riferimento alla scoperta dei recenti affreschi nel cortile della spazialità del “Circolo Ufficiali” di Palermo che, insieme alla mostra, ha reso più solido il dialogo mai interrotto tra religiosi ed Esercito nel comune obiettivo di restituire all’arte il percorso di fede dei luoghi della storia .

La sinergia con l’università degli studi di Palermo e le altre istituzioni ha permesso di restituire alla città i tesori della fede custoditi all’interno della chiesa come testimonianza dei valori di pace e solidarietà, secondo quanto riferito dal professore Massimo Midiri, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo.

Il professore Buscemi chimico organico, delegato del Rettore Midiri, ha ribadito l’attenzione da parte dell’Università in quanto posseditrice di una  “terza missione” che consiste nella  trasmissione e nell’apertura della conoscenza alla comunità: “Proprio per questo – ha sostenuto – noi siamo qui”.

«Mi sento segno dell’espressione dell’amore di Dio che si manifesta anche attraverso l’arte..“ I tesori della Fede”, messi a disposizione attraverso la mostra, rappresentano una occasione propizia perché i nostri occhi si sveglino alla ricerca del Bello, dell’Amore e della Fede. In questi tesori, in queste opere possiamo intravedere la bellezza di Dio e della Cristianità. Nell’arte c’è l’espressione di Dio e l’immagine di Dio», ha detto Padre Francesco Carmelita, Correttore Provinciale dei Frati Minori.  

«La mostra vuole essere una occasione per riflettere sul valore del Natale che ogni anno torna a scaldare i cuori di quell’amore divino che ci ha resi figli di Dio», ha detto Padre Serge Ocumu kieyele,  Amministratore Parrocchiale S. Francesco di Paola di Palermo

Anche l’assessore dei Beni Culturali e dell’identità siciliana, Francesco Scardino, presente nel giorno dell’inaugurazione, così si è espresso:

«Sono molto contento di essere qui oggi perché per me questo è un luogo molto importante. Questa mostra sposa in pieno la missione dei Beni Culturali che consiste nella valorizzazione, tutela e fruizione del nostro patrimonio. La mostra risponde perfettamente a quest’ultimo obiettivo che ci offre la possibilità di avvicinarci allo spirito del Natale. Ringrazio tutti coloro che si sono occupati dell’aspetto organizzativo ed esprimo il mio plauso al generale Scardino per la sua lungimiranza».

La mostra, che rimarrà aperta fino al 6 gennaio, è stata allestita da Giuseppe d’Anna, Luigi Dibilio, Enzo Nuccio .

Rino Alessi ha offerto e prodotto il roll-up all’ingresso della mostra mentre Maurizio Dolce si è occupato della parte grafica.

Le opere non sono tantissime e questo ci offre la possibilità di ammirarle e ricordarle,una per una, in tutto il loro splendore.

L’esposizione della mostra

  • Stendardo della confraternita dei terziari di San Francesco di Paola;
  • Paliotti mobili del XVII-XVIII secolo;
  • Pianeta e Stola, XVIII secolo;
  • Scultura di San Francesco di Paola, fine XVIII secolo;
  • Quadro ad olio di San Giuseppe con il Bambin Gesù, XVII secolo;
  • Bambinello, scultura in legno di Girolamo Bagnasco (attr.), inizi del XIX secolo;
  • Culla in legno intagliato e dorato (1826) con raggiera e Angeli in legno dorato;
  • Bambinello, scultura in legno, ambito Napoletano, XIX secolo;
  • Pittura su legno, episodi della vita di San Francesco di Paola, XIX secolo;
  • Cartagloria in rame, XIX secolo;
  • Dalmatica, XVIII secolo;
  • Messale Romano XVIII secolo;
  • Poltrona Liturgica in legno dorato con imbottitura in velluto, XIX secolo;
  • Bambinello benedicente, scultura in legno, XIX secolo.

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