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Stelle di Stoffa, la Shoah e la speranza in un mondo migliore

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immagine-copertinaSi avvicina il giorno della memoria, il giorno in cui le Forze alleate liberarono Auschwitz dai tedeschi; l’Olocausto, la soluzione finale è una tra le pagine più buie della storia dell’umanità. Anna Baccelliere, autrice del libro Stelle di stoffa edito dalle Paoline, affronta l’argomento con gli occhi della fiducia. Destinata ad un pubblico infantile, con le illustrazioni di Liliana Carone, il testo offre uno squarcio di realtà vissuta all’interno dei campi di sterminio, con uno sguardo più incantato e puro, tipico dei bambini. Una storia come tante, quella di Alice e Noah, due piccoli ebrei che perduto il padre, ricevono in regalo dalla mamma due giocattoli, due compagni di avventura.

La bambola Malka e l’orsetto Joele non rappresentano soltanto un diversivo ludico per sfuggire al grigiore della quotidianità. Sullo sfondo della seconda guerra mondiale e la deportazione forzata di tutta la famiglia nei campi di sterminio, i due giocattoli sono “il nucleo” intorno al quale girano i sogni e le aspettative dei due fratellini. Dal buio dell’esilio coatto, Alice e Noah riusciranno a intravedere la luce grazie al ritrovamento fortuito dei due giocattoli. All’interno, una scoperta inaspettata: le fotografie della mamma nascoste dalla nonna. La solitudine affettiva all’improvviso acquista il coraggio per sconfiggere la sopraffazione.

Grazie all’immagine materna contenuta dentro la bambola e l’orsetto, i due bambini riusciranno a sopportare un ambiente austero, privo di umanità, fino al coronamento dei propri desideri: riabbracciare la mamma perduta e continuare a vivere fuori, nel mondo reale. Una novità editoriale di pregevole garbo, che cura dinamiche complesse con il giusto equilibrio, affinché possa essere recepita dal giovanissimo pubblico di lettori a cui è destinata. Tra le pagine del libro, una frase racchiude il senso di smarrimento all’interno di quei luoghi della perdizione emotiva. I due giocattoli, compagni di sventura dei bambini, vivendo di luce propria si confidano l’uno con l’altra. Accatastati in cumuli con altri giocattoli privati dei legittimi proprietari, all’interno del campo di deportazione, confidano a vicenda le proprie preoccupazioni: “Dove sono Alice e Noah? I nostri bambini non ci avrebbero mai abbandonati in quel posto desolato e sudicio. Qualcosa di grave impediva loro di venirci a prendere. Ne eravamo sicuri e, per questo, eravamo molto tristi”. Una commovente storia destinata sia ai bambini che ai rispettivi genitori o insegnanti, utile a porre le basi per una consapevolezza: dal baratro può sempre nascere un varco per la risalita.

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