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Nasce Simposium, la coop di catering che include ex disoccupati e giovani con disabilità.

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Dolci, piatti mediterranei con pesce ma anche ricette siciliane ed etniche. È quello che cucineranno su richiesta i 15 giovani, di età compresa tra 18 e 28 anni, soci di Symposium la nuova cooperativa di catering che nasce dall’omonimo progetto che ha coinvolto 5 giovani con una lieve disabilità psichica e persone disoccupate.

La cooperativa è l’ultimo step del progetto, durato 2 anni, realizzato dall’associazione palermitana Volta La Carta in partenariato con Kairos A.C.F.P. e La Linea della Palma, finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del servizio civile che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il progetto è innovativo perché sposa formazione e creazione concreta di impresa. Chiusa, infatti, la prima fase del percorso formativo con la creazione di una brigata di cucina e di figure per la gestione amministrativa della cooperativa e per il servizio in sala, si è passati adesso al secondo step con l’avviamento vero e proprio dell’impresa.

La cooperativa prevede un periodo di incubazione con cinque catering che questa mattina sono stati illustrati alle istituzioni e alla cittadinanza all’interno dell’istituto alberghiero Pietro Piazza, partner esterno del progetto così come il comitato Addiopizzo.

“Il progetto mi è piaciuto molto – dice Francesco Lapis di 26 anni con una lieve disabilità – perché cucinare per gli altri è bello . Ho imparato a fare la pizza e le arancine e so che tutto questo con la cooperativa diventerà il mio futuro lavoro”.

“Insieme agli altri cucinare è divertente anche se impegnativo – dice pure Filippo Talluti di 21 anni con sindrome di Down -. Vorrei continuare adesso a fare il cuoco principalmente ma anche il cameriere. Ho fatto vedere alla mia famiglia ciò che ho imparato a cucinare. Spero di andare avanti perché sono fidanzato da 4 anni e so bene che senza lavoro e senza casa non posso sposarmi”.

Tra i soci c’è pure la giovane romena Elena Tamas che attualmente vive con il proprio bambino di 10 anni in una casa famiglia. “Sono molto contenta di tutto quello che ho imparato finora – racconta soddisfatta -. Cucinare è la mia passione e farlo diventare il mio lavoro sarà molto importante anche per mantenere mio figlio. Lavorare con i ragazzi che hanno una disabilità è un’esperienza bellissima perché loro sono molto simpatici e spontanei ed è un gran bel gruppo. Spero che tutto vada bene perché il mio desiderio è quello, dopo quasi 2 anni, di andare via dalla casa famiglia per iniziare una nuova vita”.

“La novità del progetto è che la formazione di questi giovani ha portato alla concretizzazione di una realtà che diventerà per loro lavorativa a tutti gli effetti – spiega Claudia Cincotta, presidente dell’associazione Volta la carta onlus -. Si tratta di ragazzi che hanno tantissime risorse che per motivi diversi hanno avuto meno opportunità degli altri e che adesso anche con l’aiuto di tutti si inseriranno nel mercato del lavoro. I giovani in questa prima fase creeranno un sito e verranno accompagnati ad avviare tutte le fasi di start- up della cooperativa. Confidiamo anche nella buona sensibilità della cittadinanza che, con le sue scelte etiche, potrà dare un maggiore significato alle proprie azioni”.

“Abbiamo applicato il modello delle tre A cioè i ragazzi sono stati accompagnati a trasformarsi da gruppo di progetto a gruppo di lavoro – sottolinea anche Maria Severino dell’associazione Kairos – passando da una fase di assistenzialismo, a quella di accompagnamento e adesso con la cooperativa dell’autonomia vera e propria. Pensiamo che questo possa diventare un modello che si può proporre in altri ambiti proprio per i risvolti concreti che darà sul piano delle capacità e professionalità acquisite”. “Il progetto si è sviluppato nelle sue principali coordinate che sono l’inclusione sociale, l’inserimento lavorativo e la diffusione della cultura della legalità – afferma Maria Pia Pensabene project manager dell’associazione Linea della Palma -. Presentare i risultati concreti che hanno per protagonisti giovani con disabilità e con disagi diversi per noi è una vera e propria sfida forte e coraggiosa che dipenderà molto dalle risposte sensibili della rete sociale. L’obiettivo è quello di fare camminare questi ragazzi con le loro gambe rendendoli pienamente autonomi”.

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