Senza categoria

Laboratori, weekend e tempo d’estate in villa al mare per i giovani adulti con sindrome di Down.

Loading

foto tratta da Associazione Famiglie Persone Down -AFPD Palermo - Facebook
foto tratta da Associazione Famiglie Persone Down -AFPD Palermo – Facebook

Hanno un sorriso molto coinvolgente e sembrano molto soddisfatti del loro impegno, diviso tra lavoro e tempo libero. Sono dieci giovani adulti over 20, uomini e donne, con sindrome di Down che la mattina lavorano e alcuni pomeriggi alla settimana partecipano a vari laboratori a Villa Noi, l’immobile sul mare vicino Mondello gestito da sei mesi dall’associazione Famiglie e Persone Down (AFPD) di Palermo. L’associazione in questa e nell’altra sua sede del bene confiscato di via Lentini risponde a 60 famiglie.

Villa Noi è un appartamento a due piani con giardino ed ampio terrazzo direttamente di fronte al golfo di Palermo, all’Addaura, che l’associazione ha preso in affitto dal tribunale perché è un immobile in amministrazione straordinaria. All’interno di essa, 3 volte alla settimana prestano servizio dieci operatori, tra psicologi, educatori e assistenti, per lo svolgimento di corsi di autonomia di vita e laboratori artistici, didattici e ludici.

Nei weekend c’è la possibilità per loro di effettuare un pernottamento in forma semiresidenziale. Da Giugno è attivo il tempo d’estate prolungato considerato che la struttura dispone di 21 posti letto.

Nei prossimi mesi di settembre e ottobre, invece, per 14 giorni arriveranno, per uno scambio internazionale in collaborazione con il Ciss (Cooperazione internazionale Sud Sud), i giovani di un’associazione di volontariato inglese che si dedicheranno ai ragazzi e alle ragazze dell’associazione.

I giovani Down con appositi laboratori vengono preparati ed accompagnati all’autonomia nella gestione della casa, della cucina, del denaro per imparare a fare piccoli acquisti e in altre attività ludiche come disegnare, recitare, ascoltare musica. Non mancano le gite e le attività culturali e sociali fuori porta. Tra le attività nello spazio esterno c’è anche l’orto in cui coltivano ortaggi e anche qualche aiuola per la cura dei fiori.

«Si tratta di ragazzi che hanno già fatto un percorso di autonomia di buon livello – dice soddisfatto il presidente dell’associazione Giuseppe Rocca, consigliere nazionale di Coordown e membro del Coordinamento H –. Per molti di loro si stanno portando avanti, infatti, delle sperimentazioni di tipo lavorativo che stanno dando buoni risultati. L’obiettivo è quello di garantire loro una buona qualità della vita, lavorando anche sull’aumento e sul mantenimento delle loro competenze. La villa vuole essere anche una struttura semi-residenziale anche nell’ottica futura di un possibile ‘Dopo di noi’». «Siamo nati nel 1980 e il nostro è stato un percorso lungo di crescita dei ragazzi insieme ai genitori. Avendo avuto la fortuna di fare degli scambi nazionali ed internazionali sulle buone prassi – continua Giuseppe Rocca – oggi siamo per certi versi più avanti rispetto ad altri. Per questo siamo disposti a parlare della nostra esperienza a chi è alle prese iniziali con associazioni per giovani con disabilità. Oggi per esempio i contributi pubblici a pioggia del passato per piccoli progetti che hanno un inizio e una fine non servono a niente perché il principio di fondo è quello di dare continuità al loro percorso intrapreso. Per questo occorre prima di tutto investire nella formazione sinergica di operatori, famiglie e ragazzi. Solo in questo modo, l’impegno svolto a qualsiasi livello può dare i suoi frutti e i risultati su questi giovani sono ben visibili».

La maggior parte di questi ragazzi e ragazze di mattina ha già una occupazione lavorativa. Due di loro, infatti sono impegnati all’interno dell’ufficio del garante dell’infanzia di Palermo e partecipano anche alla Carovana dei Diritti; altri tre lavorano all’assessorato regionale alla sanità nello smistamento della posta e dell’accoglienza. Uno di loro lavora direttamente dentro la segreteria dell’assessore. Per altri sta per partire un progetto che li vedrà presto impegnati all’interno del prestigioso albergo di lusso di Villa Igiea.

«Con la Carovana dei Diritti andiamo in giro nelle scuole – racconta Chiara di 26 anni – e questo mi piace molto. Partecipare alle diverse attività mi fa stare bene anche perché ho tanti amici e mi piace andare in giro per imparare tante cose. Il mio sogno però, considerato che faccio danza, è quello di fare la ballerina». «Il mio desiderio è invece quello di approfondire il socio-relazionale – racconta anche Maria Luisa di 23 anni – perché mi piacerebbe diventare un’assistente sociale. La mia passione è quella però di fare i dolci e in questo momento, infatti, sono aiuto-pasticcera in un ristorante di un albergo». «Lavoro in assessorato – dice Fabrizio di 45 anni – e mi piace incontrare la gente ed essere utile per loro. La mia passione nel tempo libero è quella di ballare il tango». Fra i ragazzi c’è anche Giuseppe Moschitta, l’artista che dipinge con gli acquerelli che lo scorso dicembre ha fatto la sua prima mostra nella sede dell’ordine dei Medici di Villa Magnisi.

«Fra i temi importanti che vengono affrontati – afferma Chiara La Barbera, psicologa e coordinatrice delle attività e delle relazioni familiari – ci sono l’educazione all’affettività, l’accompagnamento ed il sostegno alle famiglie ed il confronto tra loro. Favoriamo anche uno spazio collettivo di condivisione tra le famiglie. I ragazzi vengono ascoltati per capire i loro bisogni sul piano della loro auto-determinazione e delle aspettative delle famiglie. L’obiettivo è quello di andare oltre a qualsiasi forma di assistenzialismo e ben lontano da un trattamento che li porta ad essere considerati erroneamente degli ‘eterni bambini’».

L’associazione prevalentemente si auto-finanzia, anche se nell’ultimo periodo si è avvalsa per alcuni progetti di piccoli contributi della Fondazione con il Sud e della Chiesa Valdese. In particolare, l’associazione ha scelto di dare un aiuto anche a quei bambini o ragazzi che hanno difficoltà economiche. In questo momento, infatti, accoglie 5 bambini Down di famiglie immigrate insieme ad un bambino cinese. Queste attività per i più piccoli vengono svolte nel bene confiscato di via Lentini. «Attraverso la fondazione Giuffrè – aggiunge il presidente Giuseppe Rocca – aiutiamo alcuni piccoli immigrati con sindrome di Down. Per scelta abbiamo deciso di aprirci a situazioni diverse».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *