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La Chiesa per la scuola

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di Marcello Briguglia 

 

Con questo semplice slogan la Conferenza Episcopale Italiana ha voluto sottolineare il desiderio di scendere in campo accanto a docenti, famiglie e giovani in questo momento di particolare sofferenza per il “sistema di istruzione e formazione” italiano.

La preoccupazione dei vescovi riguarda tutta la scuola, senza aggettivi: quella gestita dallo stato o dagli enti locali, quella cattolica e quella gestita da altri soggetti laici o non cattolici.

Il “Laboratorio nazionale” organizzato a Roma il 3 e 4 maggio è solo l’inizio di un cammino di “sensibilizzazione e mobilitazione” che vorrebbe coinvolgere e responsabilizzare tutti coloro che sono interessati all’avvenire del nostro paese.

Come è stato più volte sottolineato durante questi due giorni, nelle relazioni e nei laboratori, la scuola non è solo un luogo nel quale si acquistano competenze sui saperi e sul saper fare, è anche il luogo nel quale si impara a relazionarsi con gli altri, nel quale si diventa cittadini. La comunità scolastica è anche il luogo nel quale si impara quella solidarietà sociale senza la quale ogni progetto di crescita è destinato a non avere seguito. La sofferenza della scuola diventa, perciò, indebolimento del tessuto di solidarietà e di amicizia tra cittadini che ogni comunità scolastica contribuisce a far crescere.

La CEI ha coinvolto quattro uffici di pastorale (scuola, famiglie, giovani, insegnamento religione cattolica) in questo cammino si sensibilizzazione, che vedrà come tappa intermedia una giornata di mobilitazione nella primavera del 2014. Tale giornata, è stato più volte sottolineato, non è l’obiettivo finale di tale percorso, è solo un momento di un processo di crescita di consapevolezza delle comunità ecclesiali e di ogni cittadino di quei luoghi nei quali crescono i nostri ragazzi e che sono il loro ambiente, la loro “strada”.

 

Un’attenzione particolare è rivolta ai docenti, demotivati perché marginalizzati. Man mano che crescono le competenze sui saperi, le competenze didattiche e pedagogiche richieste a i docenti, il loro ruolo sociale viene considerato sempre più insignificante. Il trattamento economico loro riservato e i tagli indiscriminati sono solo la conseguenza dell’abbandono della scuola su un binario morto, nonostante i proclami sulle riforme “epocali”. Nelle ultime elezioni il tema scuola non è mai stato oggetto di un dibattito significativo. A questa demotivazione corrisponde spesso una rinuncia ad educare, vista anche l’indifferenza o l’ostilità delle famiglie.

I vescovi invitano le comunità ecclesiali, i movimenti, le associazioni, i sindacati e quanti sono impegnati a diverso titolo nel mondo della scuola a mettere nella loro agenda il “tema scuola”.

Nella preoccupazione dei vescovi italiani rientra anche quella per la scuola paritaria cattolica (“pubblica” e non “privata”! in base alla legge n.62 del 2000), che vede ridurre progressivamente la propria presenza nel territorio. Al di là dei contributi o meno dello Stato, occorrerebbe ripensare la scuola cattolica paritaria come risorsa e non come concorrente di quella statale nel sistema scolastico nazionale. I vescovi, però, hanno voluto considerare questa preoccupazione all’interno della preoccupazione per tutta la scuola, perché la scuola cattolica è solo uno dei problemi a fronte del degrado generalizzato della istituzione scuola.

Tuttavia vuole contribuire a questa opera di sensibilizzazione dedicando una pagina speciale al mondo della scuola.

L’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola, l’università ha prodotto un dossier, costruito come la mappa di una metropolitana, con otto parole considerate come nodi di una rete possibile di significati: educazione, Europa, insegnanti, generazioni e futuro, umanesimo, autonomia e sussidiarietà, comunità, alleanza educativa.

Iniziamo con la pubblicazione della premessa del dossier e con la prima delle prime parole: “educazione”, sperando che quanto pensato e deciso al vertice possa diventare oggetto di riflessione ai piani bassi delle comunità ecclesiali.

 

 

 

 

La Chiesa per la scuola. Laboratorio nazionale

Premessa

Questo breve sussidio accompagna il laboratorio nazionale La Chiesa per la scuola (Roma, 3-4 maggio 2013). Come il titolo dice chiaramente, la scelta di tenere questo laboratorio è motivata dall’interesse della Chiesa per la situazione della scuola (e della formazione professionale), un interesse particolarmente vivo nel decennio dedicato all’educazione.

A questa premessa spetta, come da tradizione, spiegare lo scopo e i limiti di questo dossier e dell’incontro per il quale è stato preparato. La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha accolto l’invito, espresso dal Consiglio Episcopale Permanente durante la seduta di ***, a costruire un percorso di sensibilizzazione e mobilitazione sui temi della scuola. In una serie di incontri ha preso corpo l’idea di questo laboratorio. Lo scopo è quello di incontrare tutti i soggetti che, a qualche titolo, sono presenti nella scuola: oltre al personale docente e non, quindi, anche i genitori e gli studenti. Espressione di questa scelta è stato il coinvolgimento, sin dall’inizio, di quattro uffici della Segreteria Generale della CEI (l’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università; l’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia; il Servizio Nazionale per la pastorale giovanile; il Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica).

Si è giunti così a immaginare un percorso che corra su due binari: alcuni appuntamenti nazionali e altri invece a carattere locale, che culmineranno in un incontro a Roma nel 2014. Il primo evento nazionale è questo laboratorio, intitolato La Chiesa per la scuola: non un momento conclusivo, ma un primo incontro su temi e problemi che meriteranno sicuramente ulteriori riflessioni.

 Durante la preparazione del laboratorio, si è pensato di costruire un primo momento di sintesi su alcuni temi, per favorire una discussione e un approfondimento ulteriori. Per questo suo carattere esplorativo, il dossier non punta certo a esaurire tutti i problemi che si potrebbero affrontare e nemmeno tutti quelli che potrebbero essere ritenuti centrali. Cerca piuttosto di indicare alcuni luoghi notevoli, che possano costituire per così dire dei momenti di passaggio, degli snodi importanti del discorso: per questa ragione, l’immagine principale assomiglia alla mappa di una metropolitana. Solo alcune stazioni sono evidenziate, anche se ce ne sono sicuramente altre. C’è un’altra caratteristica fondamentale che l’illustrazione della mappa sottolinea: anche l’educazione e la scuola vivono di relazioni, di “nodi” tra luoghi, situazioni, persone.

La mappa della metropolitana è un ordinamento singolare e piuttosto semplice di una città, che permette di disegnare percorsi all’interno di una realtà molto più ricca e complessa. Allo stesso modo, questo laboratorio vuole introdurre a una realtà molto complessa, mediante alcune parole-chiave su cui confrontarsi.

In ultima analisi, il laboratorio e in particolare questo dossier non si rivolgono solamente agli “addetti ai lavori”, per i quali un linguaggio più tecnico e più preciso sarebbero stati appropriati. Invece si tratta di un evento promosso dalla Chiesa: esso si rivolge quindi al popolo di Dio e quanti, animati da buona volontà, vorranno condividere la cura e l’attenzione verso la scuola.

Un’ultima precisazione riguarda le scuole cattoliche: se sino a questo punto si è usata la parola “scuola” senza aggettivi, è per la radicata convinzione che alla Chiesa interessi tutta la scuola, non solo quella cattolica. Il disagio che attraversa il sistema dell’istruzione e della formazione – per il quale i tagli economici ripetuti non sono che l’espressione di un certo disinteresse – è in larga parte indipendente da quali enti gestiscono i singoli istituti scolastici.

Le pagine che seguono contengono otto schede, che propongono una breve illustrazione della parola-chiave come spunto per la discussione. Il dossier si chiude con alcune brevi note di metodo su come usare le schede nei gruppi di studio.

Roma, 23 aprile 2013

Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università

Alla stesura del materiale hanno collaborato: d. M. Viviani, A. Briguglia, S. Cicatelli, M. Compagni, O. Grassi, d. F. Morlacchi, S. Quaglia, R. Presilla.

 

Educazione

L’inizio del terzo millennio, accanto a profonde crisi economico-finanziarie e all’affermarsi di nuove dimensioni delle relazioni umane, sociali e politiche (globalizzazione e avvento delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione), ha visto crescere la consapevolezza che il futuro dell’umanità è strettamente legato allo sviluppo della conoscenza e alla valorizzazione delle risorse cosiddette “invisibili” – distinte da quelle materiali – che costituiranno la vera ricchezza dei popoli e di qualsiasi compagine sociale.

Studi autorevoli e documenti programmatici di istituzioni internazionali e nazionali hanno ripetutamente richiamato la necessità di curare la formazione e l’educazione delle nuove generazioni, per consentire il raggiungimento di risultati adeguati ai tempi e la maturazione della persona umana, elemento essenziale per la costituzione del “capitale umano”.

Nel mondo occidentale, lo strumento principale di cui la società moderna si è dotata per la comunicazione e il rinnovamento del proprio patrimonio culturale e scientifico – la scuola – è stato fatto oggetto di profondi ripensamenti e di ampie riforme, sia nei paesi di tradizione democratico-liberale sia in quelli di passati regimi totalitari, progettate e attuate all’insegna della libertà di insegnamento, dello svecchiamento di modelli centralistici e burocratici, della promozione di più alti standard intellettuali e culturali.

Un aspetto centrale di tale ripensamento è stato individuato nel ruolo che la scuola può svolgere nell’attuale società della comunicazione e dell’informazione, nella quale le possibilità di conoscenza e di formazione si sono rapidamente moltiplicate, sollecitando la ridefinizione dei tradizionali canali di istruzione e la rinnovamento loro ruolo formativo.

La scuola italiana, nel suo complesso e per forza propria, ha mantenuto un livello di istruzione e di formazione umana finora accettabile, sebbene non si possa prevedere per quanti anni ancora esso possa essere garantito. Se i nostri studenti, liceali e universitari, all’estero non sfigurano, anzi talvolta rappresentano delle eccellenze, le indagini relative agli apprendimenti, soprattutto per alcune aree geografiche e per taluni livelli e/o tipi di scuole, non possono che destare preoccupazione. Anche dietro la spinta di parti sociali sono stati più volte avviati, negli ultimi anni, progetti di riforma del sistema scolastico, senza tuttavia giungere a risultati stabili e senza neppure introdurre elementi sostanziali di innovazione, atti ad avviare processi virtuosi di cambiamento.

Alle urgenze poste dalla nostra epoca per l’educazione e la formazione dei giovani non sembrano essere state date risposte concrete e convincenti. Anzi, la scuola, così come in generale l’educazione, da “risorsa” pare essere divenuto un “problema”, intorno al quale possono sorgere discussioni e polemiche, ma che, in definitiva, rimane irrisolto, generando, col passare del tempo, frustrazione e disinteresse. La marginalità che la scuola ha avuto e ha nell’agenda dei vari schieramenti politici – raramente compare nelle liste delle priorità di governo – rischia di estendersi a livello sociale, con gravi conseguenze dal punto di vista umano e civile. Ne sono prova la diminuzione degli investimenti e delle risorse destinate all’istruzione, la progressiva perdita di valore e dignità sociale della figura dell’insegnante e del maestro, la crescente demotivazione che riguarda sia chi vive già nella scuola sia chi dovrebbe prepararsi ad entrarvi, la diffusione, a livello giovanile, di modelli facili di successo e di carriera, per i quali può risultare superflua qualsiasi seria preparazione intellettuale e morale.

Prendersi cura della scuola si presenta pertanto come un compito urgente e irrinunciabile, sul piano culturale, civile e sociale. È alla scuola nel suo complesso, intesa sia come sistema di istruzione e formazione del paese sia come concreta realtà storico-culturale, che occorre guardare quale bene di tutti e di ciascuno, operando nella prospettiva della sua concreta valorizzazione, del suo progressivo e coerente rinnovamento, della piena attuazione della libertà di educazione e di istruzione, formazione, promuovendo una collaborazione a tutto campo e duratura

 

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