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In Pakistan la legge sulla blasfemia viola i diritti umani

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SUNDAY, NOV. 21, 2010 FILE PHOTO FILE - In this Sunday, Nov. 21, 2010 file photo, supporters of All Pakistan Minorities Alliance hold a demonstration against blasphemy laws in Lahore, Pakistan. A court sentenced Mohammad Zulfiqar, 50, to death on blasphemy charges in eastern Pakistan, a government prosecutor said Tuesday, July 15, 2014. Zulfiqar was mentally ill and should not have been tried on the charges, said Kashif Bokhari, who was appointed by the government to plead the case because no one turned up to defend the accused. (AP Photo/K.M. Chaudary, File)
(AP Photo/K.M. Chaudary, File)

Una legge utilizzata a uso e consumo di un gruppo di ”Vigilantes” musulmani che mira a distruggere le minoranze religiose in Pakistan. È questa nella sostanza più che nella forma la volontà di tenere in vita la legge sulla blasfemia. A denunciare è Amnesty International, l’organizzazione non governativa impegnata nella difesa dei diritti umani. Tramite il Rapporto “As good as dead’ The impact of the blasphemy laws in Pakistan”, l’Istituzione è intenta a promuoverne l’abrogazione. Utilizzata in modo strumentale per mettere a tacere prima con l’arresto e in seguito con la morte, le persone accusate, è lesiva per quelli che sono considerati dei diritti inviolabili dell’uomo.

La direttrice del programma “Temi globali” di Amnesty International, Audrey Gaughram, dichiara: “Ci sono prove schiaccianti che la legge sulla blasfemia viola i diritti umani e incoraggia le persone ad applicarla per loro tornaconto. Una volta che una persona viene accusata, il sistema le offre ben poca protezione, la presume colpevole e non la tutela da coloro che vogliono usarle violenza”.

Sono pochi coloro i quali hanno salva la vita dopo un’accusa di blasfemia secondo i dettami della legge islamica. Per i pochi fortunati, comunque, il calvario non finisce: spesso la vessazione continua con minacce di morte o intimidazioni nei propri confronti oppure ai familiari.

Nel Rapporto si spiega come le persone accusate di blasfemia portino avanti “una lotta impari per vedersi riconosciuta l’innocenza”. Di fatto, gruppi o singole persone si fanno giustizieri “minacciando o uccidendo le persone accusate e quelle a loro legate, come i familiari, gli avvocati e i membri della comunità di appartenenza”.

Una vergogna spesso sottaciuta dai mass-media. La legge sulla blasfemia è chiaramente un abuso di potere ingiustificato, che viola “gli obblighi internazionali del Pakistan di rispettare e proteggere una serie di fondamentali diritti umani, come le libertà di religione, credo, opinione ed espressione.

Secondo il regolamento giuridico interno allo Stato pakistano, la legge sulla blasfemia è costituita da tre articoli del codice penale nazionale che puniscono con l’ergastolo o la pena di morte il vilipendio al Corano, all’islam e al Profeta Maometto. Porre fine alla strumentalizzazione settaria è un dovere morale oltre che civile.

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