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“Fiume di vita”: nel quartiere Danisinni di Palermo “un percorso che volge verso un oltre”

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Foto di Dorotea Rizzo

L’opera dal titolo “Fiume di Vita” è il murale realizzato dall’artista Igor Scalisi Palminteri nel rione popolare Danisinni, un luogo quasi sconosciuto persino a molti palermitani, luogo a cui il murale può dare una speranza di cambiamento e di rinascita attraverso la bellezza, la potenza dell’arte e dei suoi colori.

Realizzata sulla cosiddetta scala araba, unisce idealmente Palazzo Reale al quartiere. Si tratta di un’opera le cui immagini sono ispirate alla iconologia arabo – normanna presente nella Cappella Palatina ( in particolare la flora e la fauna) che fluttuano su muri azzurri, richiamando l’acqua del fiume Papireto che scorreva sotto l’antico cuore di Palermo.

Foto di Dorotea Rizzo

L’iniziativa è nata d’intesa fra la Fondazione Federico II e la parrocchia di Sant’Agnese, guidata da frate Mauro Billetta; sacerdote che lavora costantemente da tempo affinché il rione Danisinni abbandoni la periferia virtuale in cui è stata relegata e ritrovi la sua centralità urbanistica sociale e culturale.

“Auspichiamo – spiega fra Mauro Billetta – che l’onda prosegua e investa anche altri prospetti con la forza vivificante e purificatrice dell’acqua. Il quartiere ha tante potenzialità che stanno cominciando ad esprimersi. Anche con la nascita di prime realtà imprenditoriali che lavorano per la riqualificazione del quartiere”.

Foto di Dorotea Rizzo

All’inaugurazione erano presenti, oltre al parroco, il presidente della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, l’assessore comunale alla Cultura Giampiero Cannella, l’artista ma anche tanti volontari e soprattutto la gente del quartiere. Riporto i commenti qui di seguito:

«A partire da qui – spiega Patrizia Monterosso – può nascere un luogo di attrazione per l’arte moderna che avvii un processo di rigenerazione urbana di cui gli abitanti del quartiere siano protagonisti con la loro memoria e conoscenza»

Foto di Dorotea Rizzo

«Fare parte del Patrimonio UNESCO – sostiene il Presidente della Fondazione Federico II Gaetano Galvagno – non può essere considerato un punto di arrivo. E’ motivo di orgoglio ma anche una responsabilità. La Fondazione Federico II lavora pertanto quotidianamente per la valorizzazione del percorso arabo normanno, di cui fa parte anche Danisinni. L’opera di Igor Scalisi Palminteri inaugurata oggi a Danisinni assume un valore al contempo culturale, turistico ma anche sociale».

«Fiume di vita – dichiara Giampiero Cannella, assessore comunale alla Cultura – oltre a essere il nome dell’opera inaugurata oggi, è un progetto di riqualificazione dall’altissimo valore simbolico per il quartiere Danisinni. E’ un intervento tangibile che rientra nel più ampio percorso di valorizzazione dell’identità storica del luogo, creando un legame, sempre più stretto, tra i siti dell’itinerario arabo-normanno».

Foto di Dorotea Rizzo

Infine riporto il commento dell’artista che ha realizzato il murale, autore di straordinarie opere già presenti nella nostra città e che abbiamo spesso menzionato nel corso di precedenti articoli:

L’ acqua è il tema conduttore di tutta l’opera – spiega Igor Palminteri -, acqua dalle proprietà curative e purificatrici specie all’interno di un luogo che ha bisogno di tante cure e della formazione di nuove coscienze. Si tratta dell’acqua di un fiume dentro il quale vorrei scorresse tanto amore da parte dei palermitani e delle palermitane, amore inteso come cura di questo luogo, soprattutto da parte delle istituzioni e degli abitanti, per se stessi e per gli spazi in cui vivono.”

Quando Fra Mauro mi ha chiamato per intervenire abbiamo pensato all’acqua che scorre sotto terra, quella del fiume Papireto. Attraverso una mimesi lo rappresentiamo e lo evochiamo non con malinconia del passato, ma come trampolino per poter spiccare il volo e tuffarci dentro quest’acqua.

I mosaici della Cappella Palatina e quelli della Sala di Ruggero sono stati fonte di ispirazione per dipingere la scala araba che collega il palazzo dei normanni con quello della Zisa. Insieme abbiamo immaginato una sorta di satellite che ci riporta a quella bellezza, a quei mosaici, a quella cura, a quella meraviglia. Abbiamo tentato di riprodurre in maniera infinitesimale un alone di meraviglia. È stata dura visto il caldo di questi giorni. Ma il risultato ci ha resi felici e orgogliosi.

Ringrazio i pittori Nino Carlotta, Daniele Paternostro e Sergio La Barbera i molto più che assistenti visto che hanno contribuito con tante idee per migliorare e completare il progetto iniziale. Ringrazio la comunità dei Danisinni e il fratello Fra Mauro uomo di Dio, vero francescano e ardito visionario. Ringrazio la cooperativa Dare, che è stata parte fondamentale di questo progetto, sono state le braccia e le mani che hanno lavorato per ripristinare tutte quelle superfici sulle quali non potevamo dipingere, quindi a stretto contatto con noi pittori.

Ringrazio Paolo e spero che presto ritorni libero per continuare a lavorare con noi! Ringrazio la Direttrice Patrizia Monterosso e la Fondazione Federico II che ha prodotto questo intervento e che in questo intervento crede perché ha considerato questa scala araba parte integrante e parte importante del percorso arabo -normanno. Inoltre ringrazio Danilo Alongi, lucido sostegno in tutti i miei interventi e Antonio Macaluso che ha seguito tutta la lavorazione. Un brevissimo cortometraggio racconterà per immagini quello che abbiamo realizzato».

Personalmente, recandomi  nel quartiere e percorrendo l’intera scalinata, ho avuto l’impressione di essere circondata da colori, figure e simboli che appartengono da sempre alla nostra città e di essere travolta dall’azzurro dell’acqua, come se mi fossi immersa all’interno di un fiume che a poco a poco mi ha trascinata con se, portando me stessa e l’intero quartiere  verso l’altra parte della città di cui il rione è parte integrante e con cui condivide una storia, un unico e uguale percorso di vita contro chi vuole invece  isolarlo e abbandonarlo. Ad accogliermi presso l’altra “sponda” è stato  il sorriso di uno dei tanti migranti che abitano il rione mentre  guardava meravigliato le figure dipinte lungo il muro fluttuare nell’acqua del “fiume di vita”, capace di andare oltre ogni pregiudizio e ogni isolamento.

 

 

 

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