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Don Siracusano: “La Settimana sociale è l’occasione per un cammino sinodale”. Intervista al Direttore dell’Ufficio Regionale della CESI per i problemi sociali ed il lavoro.

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Si svolgerà nel prossimo mese di ottobre la 49ͣ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani dedicata alla relazione fra ambiente, lavoro e futuro per costruire “Il pianeta che speriamo”. Nelle chiese locali della penisola è in corso un cammino di preparazione all’evento per coinvolgere quanti più credenti e cittadini a questioni messe al centro del dibattito attraverso il magistero di papa Francesco. Di questo tema discutiamo con Sergio Siracusano. Presbitero della diocesi di Messina, Siracusano è il Direttore dell’Ufficio Regionale della Conferenza Episcopale Siciliana per i problemi sociali ed il lavoro, la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.


– Don Siracusano, le Chiese di Sicilia hanno organizzato un incontro di riflessione in preparazione alla 49ͣ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre. Di cosa discuterete?

Sabato 18 settembre a Pergusa ci incontreremo con i delegati per la Settimana Sociale rappresentanti delle Diocesi siciliane per discutere del contributo siciliano che presenteremo a Taranto. Il prof. La Spina (consigliere SVIMEZ, docente Sociologia alla LUISS) ci aiuterà a declinare il tema Ambiente, Lavoro, Futuro in Sicilia guardando alle peculiarità dei nostri territori in particolare alla questione delle aree interne e costiere e delle risorse che i nostri territori hanno. Presenteremo poi un video riassuntivo di alcune buone pratiche aziendali che rappresentano le numerose buone pratiche la Sicilia ha censito.

– Un tema, quello della prossima settimana sociale, che interessa molto la nostra regione afflitta da mali atavici come disoccupazione, emigrazione, inquinamento ambientale e illegalità. Quale impatto politico, sociale e culturale può avere il tema dell’evento di Taranto nel territorio siciliano?

Si infatti, come accennavo prima, il tema ci riguarda da vicino. Nonostante la pandemia abbia reso difficoltoso e frastagliato il cammino preparatorio, vogliamo vivere la preparazione prossima e soprattutto il post Taranto cercando di dialogare e confrontarci con le varie istituzioni politiche, sociali e culturali siciliane. Perché sappiamo che come cristiani dobbiamo incidere di più nei nostri territori su questi temi. La Settimana sociale è l’occasione per una riflessione organica, condivisa e per un cammino sinodale che ci aiuti ad affrontare i temi sopra evidenziati.

– Il cammino delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani è lungo e articolato. Tuttavia, tutti gli appuntamenti – recenti e passati – hanno provato a declinare l’importanza del vissuto dei cristiani nella storia delle città e delle comunità umane che abitano e vivono. Oggi, quali caratteristiche assume la relazione fra cristianesimo e città?

Le Settimane Sociali nascono proprio come luogo di riflessione dei cattolici per un impegno maggiore nelle città. La relazione sana tra Chiesa e città è fondante lo stesso impegno. Abbiamo bisogno di abitare da cristiani le nostre città, da custodi. Non siamo padroni sfruttatori, né possiamo essere disincarnati spiritualisti. Dobbiamo rivivere la polis, le agorà, dobbiamo cioè rivivere la bellezza dell’essere cittadini cristiani che sappiano attuare le parole del papa al Convegno Ecclesiale di Firenze: «Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico».

– Per i credenti, la dottrina sociale della Chiesa è lo strumento privilegiato per sviluppare nel mondo un’azione sociale, politica, economica e culturale cristianamente ispirata. Quale apporto arreca all’insegnamento sociale il magistero di Francesco?

Papa Francesco, attraverso il capitolo quarto della esortazione apostolica Evangelii gaudium, evidenzia la fondamentale importanza della Dottrina sociale e di come ci sia “una dimensione sociale della evangelizzazione” perché «il kerygma possiede un contenuto ineludibilmente sociale: nel cuore stesso del Vangelo vi sono la vita comunitaria e l’impegno con gli altri. Il contenuto del primo annuncio ha un’immediata ripercussione morale il cui centro è la carità» (EG, 177). Da questa affermazione scaturisce tutto il magistero sociale del papa e anche tutta la riflessione della Laudato si’.

– Dopo la scomparsa della Democrazia Cristiana, i cattolici in politica hanno trovato ospitalità in quasi tutti i partiti. Dalla sinistra alla destra – senza dimenticare il centro – la rilevanza politica dei credenti pare enormemente diminuita nonostante gli appelli degli ultimi pontefici e l’impegno delle chiese locali. Perché è importante l’impegno dei cattolici in politica?

Perché è importante che la “via istituzionale della carità” di cui ci parlava papa Benedetto nella Caritas in veritate sia vissuta da qualcuno… La via della carità che passa per le istituzioni che è «non meno qualificata e incisiva di quanto lo sia la carità che incontra il prossimo direttamente, fuori delle mediazioni istituzionali della pólis. Quando la carità lo anima, l’impegno per il bene comune ha una valenza superiore a quella dell’impegno soltanto secolare e politico» (cv 7). È un problema di carità, di amore per la città e per il bene comune. Inoltre, come ricorda il documento Le comunità cristiane educano al sociale e al politico, per una evangelizzazione integrale occorre: «educare alla dimensione socio-politica cristiani che sappiano essere cittadini consapevoli e attivi, che sul territorio facciano la loro parte e non subiscano passivamente gli avvenimenti».

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