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Alla Zisa una comunità educante per contrastare la povertà

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Il progetto

Per oltre 700 bambini e adolescenti di età scolare, da 5 a 14 anni, che vivono nell’ampia zona popolare Zisa/Danisinni, ci sarà l’opportunità di avere un accompagnamento multidisciplinare significativo per la formazione del loro futuro. Lo prevede “Comunità Educante Evoluta Zisa Danisinni” il progetto della durata di 30 mesi, selezionato da ‘Con i Bambini’ nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Combattere la povertà educativa

L’intervento, ha come obiettivo principale quello di sviluppare una comunità educante ampia finalizzata al superamento della povertà educativa attraverso la promozione di processi integrati tra le agenzie educative territoriali e l’attivazione di percorsi educativi individualizzati e di gruppo che rafforzino le competenze di base e quelle trasversali, promuovendo il successo scolastico.

In una visione volta allo sviluppo economico, all’emancipazione e all’autonomia e non all’assistenzialismo e al contenimento del disagio si vuole intervenire sugli alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado sviluppando processi innovativi di creatività e di cittadinanza attiva attraverso arte, cultura, musica, nuove tecnologie.

Le associazioni e i luoghi coinvolti

Le realtà coinvolte sono l’associazione Inventare Insieme del centro Tau (ente capofila), l’istituto comprensivo Colozza/Bonfiglio e il circolo didattico Gabelli, l’Accademia di Belle Arti, la cooperativa sociale Al Azis, l’Arpi, il conservatorio di musica di Palermo, la parrocchia Sant’Agnese con la fattoria sociale di Danisinni, il C.I.D.I. (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti), la Fondazione Legalità, il Comune, l’istituto Pedro Arrupe, il dipartimento Culture e Società dell’università di Palermo.

Il cuore di tutte le attività è organizzato principalmente in cinque poli: due dedicati all’infanzia, due dedicati alla adolescenza e uno creato dentro la fattoria sociale di Danisinni dove si svilupperanno le attività di circo sociale, di educazione ambientale e di lavoro sui conflitti.

Nello specifico, saranno curate le aree scientifico-matematica, antropologica attraverso le nuove tecnologie e letteraria attraverso progettazione educativa del gioco e dell’orientamento scolastico professionale. In due anni scolastici, saranno direttamente coinvolti più di 700 giovani per un totale anche indirettamente di 1500 giovanissimi, 200 insegnanti e 250 famiglie.

Le fasi del progetto

In questa prima fase del progetto, iniziato a Gennaio, si sono conclusi i primi lavori di formazione iniziati con i contributi di Marco Rossi Doria e Salvatore Pirozzi, maestri di strada di Napoli.

Gli interventi di azione educativa e sperimentale sono stati affidati inoltre al prof. Carlo Romano e Libera Dolci che lavoreranno con gli insegnanti della scuola dell’infanzia con il metodo maieutico di Danilo Dolci.

Sono previste inoltre attività formative e di gioco con la partecipazione di Carlo Carzan e Sonia Scalco. Il progetto si articola in 10 azioni che sono: “Governance”, “Comunicazione”, “Promozione e Diffusione”, “Valutazione d’Impatto” gestita dal Dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo, “Generare la Comunità Educante Evoluta”, “Promuovere la Comunità Educante Evoluta”, “Promuovere famiglia nella CEE”, “Poli infanzia”,“Poli adolescenza”, “Fattoria sociale Danisinni” e “Dalla Rambla al parco”.

Curare la formazione 

“Sono certo di potere sperimentare con voi la costruzione di comunità. Dobbiamo rispondere alla crisi – ha detto Marco Rossi Doria nel suo intervento durante il primo incontro formativo –. Per un insegnante di scuola di periferia, per un educatore, per un volontario è fondamentale ricreare speranza, rompere la ‘disperanza’ e non lo possiamo fare da soli. C’è bisogno di un coordinamento tra tutte le esperienze professionali che fanno parte della comunità, come insegnano altre esperienze in giro per l’Italia, bisogna imparare il linguaggio degli altri. Bisogna creare un forte legame con il territorio, fare un’operazione che tocchi le persone: capire quante persone hanno avuto opportunità reali. Capire come far diventare il territorio un attrattore di possibilità. Ridestare nel territorio una nuova potenza educativa”.

“Il progetto nasce dalla convergenza ampia di più agenzie educative e dalle esperienze che si sviluppano sul territorio” – afferma Francesco Di Giovanni fondatore del centro Tau –. “Sui cinque poli si realizzeranno una serie di laboratori gestiti dalle diverse associazioni. Si tratta di un intervento multidisciplinare che cura moltissimi aspetti del percorso educativo del bambino e del pre-adolescente”.

L’importanza dell’orientamento professionale

“Tra le attività per i più grandi ci sarà l’orientamento professionale del ragazzo al suo futuro lavorativo. Cercheremo di fare comprendere che il mondo non è fatto soltanto di parrucchieri ed estetisti ma che, nella società con una buona occupabilità e redditività, ci sono anche l’idraulico, il calzolaio, il falegname, la sarta; professioni artigianali che stanno scomparendo”.

“Naturalmente sono passati dal centro Tau anche giovani che sono diventati poi ingegneri, architetti e musicisti” – continua –. “In questo momento le visioni di futuro che i ragazzi hanno sono molto ridotte. L’obiettivo è pure quello di lavorare sulle famiglie per la creazione di un’associazione familiare. Queste devono essere aiutate a desiderare di nuovo un futuro per i loro figli che non sia astratto. Occorre riuscire a trovare nel territorio una modalità nuova per diventare una realtà poliedrica dove le differenze diventino convivialità nel quadro armonico di un processo dinamico”.

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