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Riaprire la scuola – una risposta al Chiaroscuro della settimana

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Un necessario risanamento

Caro Giuseppe,

la tua riflessione sulla riapertura della scuola potrebbe costituire una bozza programmatica per il risanamento di questa importante istituzione. Punto per punto coglie i nodi cruciali sui quali urge intervenire con intelligenza politica. Purtroppo il basso livello del dibattito tra le forze partitiche non sembra in grado di volare oltre la mera prospettiva propagandistica, soprattutto da parte dell’opposizione che propina soluzioni urlate ignorando la dimensione elefantiaca del sistema scolastico italiano, appesantito da orpelli burocratici di ogni genere e mortificato dai dissennati interventi di “razionalizzazione” della spesa pubblica.

L’operato della ministra Azzolina

La ministra Azzolina si trova a far fronte ad una situazione decisamente spinosa dovendosi misurare, oltre tutto, con un evidente attacco misogino. A ben guardare, senza voler negare limiti ed errori, se si considera come abbia mantenuto flemma e lucidità in questo scenario, altro che critiche! È inaccettabile poi il sospetto boicottaggio di alcune azioni di governo, mi riferisco, per esempio, alle disfunzioni nell’applicazione concreta delle delibere, come per l’assegnazione dei fondi stanziati dal governo e non ancora assegnati alle scuole. In questo frangente storico ci si aspetterebbe un’opposizione intellettualmente onesta, capace di intravedere soluzioni alternative reali, in grado di coltivare e non di millantare interesse per il bene del Paese. Ma questo sarebbe come vedere il sole a mezzanotte.

L’atteggiamento poco costruttivo dell’opposizione

L’opposizione cavalca l’ignoranza delle reali situazioni di fatto e propaganda facili soluzioni ben lontane dalla possibile immediatezza attuativa che deve fare i conti con l’emergenza pandemica, di volta in volta presentata con semplificazioni strumentali che sfidano il buon senso. Reclamare il ripristino delle attività scolastiche senza calibrare i rischi all’orizzonte, è evidente disprezzo della sicurezza che va invece posta in prima linea. Scolari e studenti devono tornare a scuola, ma meglio con qualche giorno di ritardo piuttosto che non garantire loro la massima sicurezza. E come accettare approssimazioni riguardo alla tutela del personale? Dopo la strage dei sanitari, come non scongiurare in tutti i modi quella degli insegnanti?

Una rigenerazione in primo luogo culturale…

Il tema della scuola fa emergere carenze sistemiche di fondo non più trascurabili; trovare vie innovative per questo ganglio della società attiene all’elaborazione valoriale che la politica non è in grado di compiere, ma che certamente è compito precipuo delle istituzioni culturali a partire dalla scuola stessa, che non può trovare la sua rigenerazione se non nelle sue stesse forze culturali. Restituire ai docenti il ruolo di intellettuali prima che di burocrati, è l’intervento radicale cui deve appellarsi il mondo della scuola. Ma attraverso quali canali? Chi è in grado di intervenire per reclamare una riforma in tale imprescindibile direzione?

…che può partire solo dai docenti

Come dici bene, i sindacati non mostrano alcuna attenzione per questo aspetto. Confidiamo in un moto di orgoglio dei docenti stessi. Guardiamo con grande speranza alle iniziative volte a creare reti di aggregazione virtuosa. Penso in particolare a quanto si sta muovendo a livello globale, tra insegnanti di diverse nazioni, a seguito dell’istituzione della “Università del senso” inaugurata da papa Francesco proprio per incentivare quella ricerca di senso che è indispensabile premessa ad ogni percorso di conoscenza e di condivisione dei saperi. Forse solo allora la scuola potrà ritrovare il suo ruolo di pilastro portante del sistema nazionale e i docenti potranno ritrovare il loro ruolo di intellettuali “funzionari dell’umanità”.

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