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Quando la musica dei Beatles incrocia il Decalogo

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di

Michel Charbonnier

 

5ottobre 1962. Cinquant’anni fa oggiusciva nei negozi di dischi Love MeDo, il primo singolo di una bandancora sconosciuta, composta daquattro ragazzini di Liverpool.

A giudicare dalla genesi del pezzo, i quattronon sembrano avviati a una sfolgorante carriera:in fase di registrazione il pezzo originaleera stato rigirato come un calzino dalproduttore per renderlo decente; la voce solistadel gruppo era stata sostituita da quelladel chitarrista, e il nuovo batterista era statorelegato al tamburello perché non sapevaancora suonare il pezzo. Non proprio entusiasmantecome inizio. E invece Love Me Dopasserà alla storia come il primo singolodella band probabilmente più conosciuta, misconosciuta, citata, canticchiata, schitarrata, seguita e commentata del XX secolo, i cui successi sono ancora oggi il disco piùvenduto del XXI secolo: i «Beatles».

A esattamente cinquant’anni da quella data,l’editrice Claudiana pubblica proprio unlibro sui Beatles: si tratta de Il Vangelo secondo i Beatles. Da Mosè ai giorni nostri, passando per Liverpool*, del pastore metodista Peter Ciaccio.

L’intento è proprio quello di partire «da Mosè», facendo dialogare la vita e le canzoni dei Beatles con «qualcosa che dimeno beatlesiano non potrebbe sembrare,ma che funge ancora da bussola nelle vite dimolti: i Dieci comandamenti» (p. 13). Dieci capitoli che portano con sé un’attualizzazione attenta ma originale del Decalogo, in dialogo costante con le parole, le idee, le scelte dei «quattro di Liverpool», senza tuttavia esaurirsi in questo esercizio: lungo tutto il librosi ritrovano infatti temi e finestre su argomentiche non trovano spazio in un libro così snello, ma che vengono affidati al lettore per continuare la riflessione.

 Ci si potrebbe legittimamente chiedere quali siano l’utilità o la necessità di tale dialogo. Non c’è né molta Bibbia né molto cristianesimo tanto nelle canzoni dei Beatles quanto nelle loro vite. Ma i Beatles non sono «solo» una band. L’autore illustra molto bene come essi si siano ritrovati a un crocevia epocale, diventando, a volte consciamente a volte no, testimoni, interpreti, protagonisti e icona di enormi cambiamenti culturali, politici e di costume.

«Come reagirono le chiese all’epoca? In due maniere: contrastando o ignorando il fenomeno. In entrambi i casi, un muro. Questa è stata una delle grandi cesure della storia della chiesa » (p. 12), quella in cui la chiesa non è più riuscita – o non ha più voluto – dialogare con e nel mondo, ritrovandosene al di fuori. Questo libro è un piccolo contributo all’abbattimento di quel muro. Il risultato è un equilibrismo sottile ma riuscito sopra alla tentazione di spiegare i Beatles con la Bibbia o viceversa: piuttosto un incontro tra due personaggi che, dopo essersi scrutati per lungo tempo con sospetto, accennano con circospezione un racconto reciproco, per scoprire, nonostante i punti di partenza e le visioni del mondo differenti, di avere inaspettatamente dei punti importanti in comune.

 

* Peter Ciaccio, Il vangelo secondo i Beatles. Da Mosè ai giorni nostri passando per Liverpool, Torino, Claudiana, 2012, pp. 111, euro 9,50.

 

da Riforma del 5 OTTOBRE 2012 n.38

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