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Da Palermo 13 giovani stranieri in affido a famiglie del Nord

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adoption-1057639_640Per 13 minori stranieri si concretizza la possibilità di avere una famiglia affidataria che li accompagni e sostenga nella loro crescita e nella costruzione del loro futuro. Questi affidi stanno avvenendo grazie a “Terreferme, percorsi di affido familiare per minorenni migranti soli”: un progetto sperimentale che intende definire un modello di affido familiare come risposta di seconda accoglienza per minori stranieri soli in un’ottica di corresponsabilità istituzionale nazionale. È un’iniziativa promossa da Cnca (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) e Unicef Italia che in questo caso è entrata in collaborazione proficua con il comune di Palermo, il garante dell’infanzia e adolescenza Lino D’andrea e alcuni comuni di Lombardia e Veneto. Allo scopo nei mesi scorsi è avvenuto anche un tavolo tecnico nazionale a cui hanno partecipato Cnca, Unicef, Ministero dell’Interno, Anci e garante dell’infanzia.

I 13 ragazzi stranieri, originari di versi Paesi (Egitto, Bangladesh, Etiopia ecc.) sono tutti adolescenti dai 14 ai 17 anni.

Attualmente nei centri di accoglienza di Palermo ci sono 300 minori stranieri, ragazze e ragazzi, non accompagnati. Per alcuni di loro sono stati trovati circa 160 tutori volontari che li seguono a vario livello.

Il primo ragazzo a partire, già la settimana scorsa, è stato il giovane egiziano Mohamed Elsayed di 18 anni che sogna di diventare un cuoco. Il giovane, arrivato in Sicilia nel 2014, è stato accolto da una famiglia di un comune in provincia di Milano.

“Nella nostra vita siamo stati molto fortunati e per questo ci sembra giusto condividere tutto quello che abbiamo – spiega Stefano Saltieri, ex dirigente di azienda affidatario di Mohamed – mettendolo a disposizione di chi come questi ragazzi cerca spazi per socializzare e percorsi di integrazione. Nella nostra cascina abbiamo infatti, un frutteto, un orto e un laboratorio di falegnameria”. “Avevamo fatto già la scelta di accogliere prima che i tempi fossero così duri. Adesso, in questo periodo soprattutto, in un mondo di parole abbiamo deciso di fare dei piccoli gesti concreti”, aggiunge l’insegnante affidataria Giovanna Barilli.

Le partenze per gli altri 12 ragazzi che coinvolgono varie realtà (comuni, tribunale dei minori, garante, tutori) avverranno entro questo mese in modo da garantire la loro frequenza scolastica; l’ufficio del garante sta lavorando anche per l’affido futuro di due ragazze.

Il Cnca insieme a Unicef ha organizzato in questi mesi due corsi di formazione a cui hanno partecipato oltre 50 famiglie per i comuni di Lombardia e Veneto.

“Siamo solo all’inizio di questo percorso virtuoso che è un modello sperimentale unico che parte da Palermo che è stato il frutto di un impegno capillare di parecchi mesi – spiega Lino D’andrea –. È stato fatto un lavoro di sensibilizzazione culturale a livello nazionale, infatti, che coinvolge il comune di partenza del minore e quello di arrivo con le rispettive famiglie. Due operatori del Cnca al nord hanno individuato le famiglie e si sono coordinati con altri due operatori al sud che hanno cercato i rispettivi minori da affidare. È un lavoro molto impegnativo svolto da professionisti che ascoltano più volte i minori spiegando loro dove andranno e con chi vivranno. Si è lavorato molto sulla motivazione di questi primi 12 ragazzi e nello stesso tempo delle relative famiglie pronte ad intraprendere questo delicato percorso finalizzato a fare coincidere i desideri dei giovani con le aspettative delle famiglie. Siamo certi che questi minori vanno a casa di famiglie che sono in grado di assicurare un percorso di vita buono”.

“Il primo ragazzo, Mohamed, è stato già accolto da una famiglia che ha altri 5 figli – racconta Lino D’andrea –. È un gran bella famiglia che vive in una cascina di Vittuone con parecchi ettari di terreno. Oltre a questo affido, in precedenza la famiglia ha pure messo a disposizione di un giovane senegalese un locale dove potere fare opere di falegnameria. Tra gli altri casi, abbiamo disponibilità per i ragazzi da un prete che ne prenderà uno nella sua canonica, da una persona che ha un’azienda agricola e da tre signore sole che forse intraprenderanno un percorso di adozione. In questo periodo storico difficile e per certi versi buio è davvero bello avere questi esempi di accoglienza e solidarietà autentica che dimostrano come è possibile abbattere ogni barriera mentale e materiale”.

“Si sta lavorando anche nello stesso tempo molto bene pure con le tutele. – continua infine sempre il garante di Palermo D’andrea – Siamo già infatti arrivati ad avere 160 tutori per i minori immigrati e ci sono altre 30 persone in attesa di diventarlo. Questo è un numero che si colloca certamente tra i più alti del resto d’Italia. Anche le persone che scelgono di diventare tutori devono essere seguite ed accompagnate nella risoluzione di tutti gli aspetti che riguardano i minori. In questo caso un lavoro significativo nei confronti dei ragazzi lo svolgono anche i nostri etnopsicologi che operano presso l’ufficio del garante”.

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