Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto – Commento al Vangelo della sesta domenica di Pasqua

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I versi di Giovanni in questa VI domenica dopo Pasqua richiamano a un vero testamento spirituale che Gesù vuole dare prima del suo prossimo e necessario distacco dalla vita terrena: Gesù sta per andare via e tornare al Padre ma vuole congedarsi dai suoi con ulteriori doni e promesse.

È un dialogo carico anche di antinomie: sa bene infatti quanto mancherà a tutti, eppure l’atmosfera non è nostalgica e struggente come lo è generalmente in un allontanamento, anzi il Signore invita tutti a rallegrarsi e a non avere timore. Andrà via, ma annuncia già di tornare “Vado e tornerò da voi”, non solo in senso escatologico, ma anche riferendosi al suo riapparire dopo la resurrezione

Proviamo a analizzare questo momento carico di tanto affetto e tenerezza: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui”. Annuncio esplicito chiaro e certo  della presenza di Dio nel cuore di ogni uomo. Nell’antica Alleanza il Signore promette di rimanere sempre con il suo popolo, oggi Gesù annuncia una presenza nuova, quella di Dio nell’anima, creando una intimità unica e irreversibile.

Come chiunque stia per partire, anche Gesù vuole lasciare un ricordo, una promessa a chi gli è stato vicino, ma anche a tutti coloro che sceglieranno di stare alla sua sequela: il Paraclito e la Pace.

  • il Paraclito, – “lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” – rende meno duro il distacco, lenisce ogni turbamento, chiarisce il dubbio e l’incertezza: è lo Spirito di Dio ispiratore di energia, di parole e azioni buone, di buona volontà degli uomini e per gli uomini.
  • la Pace: “vi do la mia pace, non come la da il mondo” Si tratta di una pace che scaturisce per l’uomo dell’ascolto della parola, un cammino sempre in fieri, generativo della consapevolezza di far parte di un progetto scritto e benedetto: “fai splendere su di noi il tuo volto perché in ogni uomo si riconosca la sua presenza fino ai confini della terra” (salmo 65). La  parola è dono di verità e resa concreta e umanissima mediante la pace.

Papa Leone XIV nel suo primo saluto ha detto e ripetuto più volte “la pace sia con tutti voi” e ha parlato di “una pace disarmata e disarmante”. Perché  la pace di Gesù va oltre il contingente, non si riferisce a una esistenza comoda e rassegnata,  si distingue dal disarmo perché è essa stessa senza armi e intende disarmare.

La pace di cui parla Gesù sussurra al cuore degli  uomini, va ascoltata e nutrita di riflessione e preghiera, come lo fu da parte di Francesco d’Assisi che, nel 1219, volle insistentemente incontrare il sultano Al Malik al Kamel durante la V crociata, munito soltanto della fede, unico suo scudo.

In un momento di forte tensione tra cristiani e saraceni, Francesco, con l’ardore della sua preghiera riuscì a disarmare ogni intento bellicoso del sultano. La pace vera ispirata dallo Spirito cambia l’uomo, accompagna tutte le sue azioni, diviene il suo habitus. E perciò anche noi, oggi, con la disposizione dell’animo possiamo cambiare la realtà tragica che stiamo vivendo, con la consapevolezza e responsabilità di far parte di un progetto divino.

Gesù è consapevole  che andrà via  tragicamente dai suoi ma si rallegra al pensiero e vuole che anche loro gioiscano perché con la sua venuta ha compiuto il comandamento più grande, ritornerà al Padre e manderà lo Spirito che eternerà  la sua venuta.

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