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“La Trinità, rappresentazione del comunicarsi amoroso di Dio” – Introduzione alla Lectio Divina su Mt 28, 16-20

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6Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.17Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Raffaello Sanzio, "Consegna delle Chiavi"
Raffaello Sanzio, “Consegna delle Chiavi”

Il vangelo di questa domenica ci introduce nella pienezza dell’amore di Dio che prende dimora definitiva in mezzo al suo popolo, in una relazione forte e coinvolgente che ci conduce nella dinamica trinitaria della sua Unità. Dio ci ama e ci fa entrare in questa esistenza promettendoci «Io sarò con voi fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), abita in noi, entra in comunione con noi. Matteo mette la rivelazione della Trinità sulle labbra del Risorto, manifestazione di un atto d’amore che si estende a ogni creatura e che ha nella Chiesa uno dei luoghi privilegiati di espressione.

La comunità degli apostoli, ancora in undici dopo il tradimento di Giuda, si reca all’appuntamento con il Cristo risorto, per ascoltare la rivelazione definitiva. Il luogo è significativo: «Andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro indicato».

È lo stesso “monte” apparso all’inizio del vangelo, al capitolo 5, per indicare il monte delle beatitudini, dove Gesù ha annunziato il suo messaggio. L’esperienza dell’incontro con il Cristo risuscitato è una possibilità per tutti i credenti, basta accogliere il messaggio di Gesù e praticare le beatitudini: «Beati i puri di cuore perché essi vedranno Dio». I discepoli videro Gesù, cioè lo riconobbero come il Signore e si prostrarono, ma nel loro cuore «Essi però dubitaron. Il verbo “dubitare” appare solo due volte in questo vangelo, la prima volta al capitolo 14, versetto 31, quando Pietro, che aveva voluto camminare sul mare, comincia ad affogare spaventato del vento. Pietro dubita perché pensa che vivere come Dio sia il risultato di un privilegio concesso dall’alto che non comporta alcun impegno da parte dell’uomo. Anche qui i discepoli dubitano di essere capaci di raggiungere la condizione divina, perché hanno visto cosa comporta la sequela a Cristo. Gesù si avvicina loro e dice che gli è stato dato ogni potere in cielo e in terra, cioè la pienezza della condizione divina. Il riferimento è il testo al capitolo 7 del profeta Daniele (Dan 7,13-14) in cui Dio consegna il potere su tutta la creazione al Figlio dell’Uomo.

Gesù invia quindi gli undici, la Chiesa, a “fare discepoli tutti i popoli”, in una relazione dinamica che si espande ora a tutta l’umanità. È lo Spirito Santo che sostiene la predicazione (At 5,31): si tratta di andare presso tutti i popoli (l’espressione indica tanto i pagani quanto i giudei; cfr. Mt 25,32), perché tutti gli uomini diventino discepoli di Cristo. La salvezza per tutti gli uomini, annunciata dai profeti (Is 2,2-4; 49,6; 60,3; Ger 16,19), si compie sulla via del discepolato. «Battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo»: la Chiesa ha il compito di battezzare nel nome della Trinità, introducendo la creatura umana nella vita e nell’intimità divina. Dalla nuova dignità di figli adottivi, acquistata nel battesimo attraverso il dono dello Spirito, fluisce l’impegno a vivere praticando una nuova obbedienza; il discepolo si qualifica sulla base della traduzione in pratica dell’insegnamento del maestro (cfr. Mt 7,24-27) cioè le beatitudini.

La pratica delle beatitudini significa orientare la propria vita al bene degli altri e da qui l’assicurazione di Gesù, «Io sono con voi tutti i giorni fino…», non la fine del mondo ma «… alla fine del tempo». È la promessa dell’Emmanuel, «Dio con noi» che è Gesù, come l’angelo aveva annunciato a Giuseppe (Mt 1,23): Gesù Cristo Risorto si è rivelato ormai come l’Emmanuel anzitutto con i suoi discepoli, e mediante essi con tutti gli uomini.

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