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L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto

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Recensione di La cura letale di Mario Seminerio

 di Peter Ciaccio

 

“L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto”. Questo viene in mente leggendo La cura letale dell’economista Mario Seminerio (BUR, Milano 2012, cartaceo €12, ebook €8,99) uscito in libreria questa settimana.

Il problema è che il paziente siamo noi e la nostra duplice e a tratti ambigua società italiana ed europea.

Il libro analizza le cause dell’attuale crisi europea, “paragonabile, se non per molti versi peggiore, – secondo l’autore – a quella degli anni Trenta del secolo scorso”, la cura – appunto – “letale” che viene somministrata ai paesi dell’Eurozona e le (im)possibili vie d’uscita. Sostanzialmente ignorato dai canali mediatici principali, Seminerio si è costruito una solida reputazione sulle piattaforme digitali e sui social network, grazie al suo blog phastidio.net, un vero punto di riferimento per vuole capirci qualcosa.

Un fastidio british il suo, espresso soprattutto contro i luoghi comuni e le banalità che proliferano nella nostra società. Bocconiano, liberale, sostenitore del libero mercato, l’autore si è guadagnato una certa autorevolezza per il suo essere “un economista non allineato” – così lo definisce la copertina del suo libro.

 

Personalmente parlerei di onestà intellettuale, franchezza e buon senso, doti che accompagnano la sua competenza e che permettono al suo pensiero di dialogare con chiunque sia disposto a mettersi in discussione.

La dimestichezza con il linguaggio veloce di Internet permette a Seminerio di spiegare ai non economisti quello che ci viene descritto spesso e in misura sempre maggiore come comprensibile solo ai competenti. Tuttavia, non si pensi che La cura letale sia una raccolta di post dal blog dell’autore, come quei libri pur utili che raccolgono testi già pubblicati. Chi lo segue su Internet già conosce i commenti brevi e caustici del blogger Phastidio, ma il libro rivela i lunghi procedimenti e le complesse teorie economiche che sostanziano i commenti, riportando alla fine di ogni passaggio la loro spiegazioni “in parole semplici”. Questo perché per Seminerio, in perfetto stile liberale, i meccanismi economici devono essere comprensibili a tutti, non essere lasciati in balia ai pochi che esercitano il potere.

Scrive l’autore: “Ora che politici e demagoghi – che molto spesso coincidono – hanno scoperto l’arte di giocare con i numeri e non solo con le parole, aspettatevi una lunga serie di fraintendimenti, manipolazioni dei dati e letture deformanti”. Arduo e ingiusto sintetizzare ulteriormente un’opera già densa e veloce, occorre limitarsi a segnalare alcuni punti, a partire dal titolo. La cura letale implica che ci sia un malato e ci sia una cura radicalmente inadeguata. Il malato è l’Europa, anzi i singoli paesi dell’Eurozona, Germania inclusa.

La medicina – in greco fàrmakos significa anche “veleno”, ironia della sorte – il dogma dell’austerità, accompagnato dal suo peggior e falso corollario della “stretta fiscale espansiva” o, più semplicemente del “rigore che fa crescere”. Si parla di dogma perché i paesi che non seguono l’ortodossia dell’austerità – dettata in particolare dalla Germania – vengono considerati moralmente colpevoli, al punto che il famigerato spread assurge a tasso di immoralità – e non a semplice quotazione, o “scommessa”, del mercato riguardo il debito pubblico di un paese rispetto ad un altro – e chi viola il dogma deve essere punito. Come per un’eresia, l’infedele deve essere punito in maniera violenta, a costo della sua stessa vita, ma ad ogni modo, per il suo “bene”.

Questo sta succedendo in Grecia e Portogallo, questo succederà a breve scadenza in Spagna e Italia. Questa cura non solo aggrava la malattia, ma la rende pericolosamente contagiosa e alla fine neanche la Germania si salverà, perché nessun mercato, se non quello in disgregazione dell’Eurozona, può assorbire la sua eccezionale capacità e necessità di esportazione. All’epidemia si aggiunge l’endemia: l’Italia spende meno di altri paesi europei per giustizia, scuola, università e sanità, ma spende male. La pesante legislazione e la lentezza dei procedimenti giudiziari lasciano amplissimi spazi di manovra per la burocrazia, sviluppando così la corruzione che si trasforma così in un’enorme tassa da 60-70 miliardi di euro l’anno.

Seminerio pone inoltre l’attenzione sul fatto che le riforme strutturali non si fanno mai in tempo di recessione, ma in tempo di espansione economica. Proprio come il biblico Giuseppe che risparmia quando c’è l’abbondanza perché, se non hai nulla, nulla puoi risparmiare. La crisi per Seminerio è sistemica. Non ci sono paesi buoni e paesi cattivi, né primi della classe e somari: tutti sono sulla stessa barca, tutti si apprestano a ballare la dance macabre con la Morte come nel finale del Settimo sigillo di Bergman. È una crisi bancaria, fiscale e monetaria e solo affrontando insieme le teste di questo Cerbero sarà possibile salvare la baracca. L’unica maniera per farlo è dare una svolta politica all’unione monetaria che, da sola, non rafforza il sistema, ma consolida la crisi.

Solo andando verso un’unità federale vera e democratica dell’Unione Europea, o almeno dei paesi che hanno rinunciato alla divisa nazionale in favore dell’euro, potremo evitare il tracollo. Tuttavia, nazionalismi e particolarismi sono ancora troppo forti per poter verosimilmente sperare nella soluzione più logica per evitare la rovina più totale.

Leggendo La cura letale si scoprono tante altre cose, come i meccanismi dei mercati, delle bolle immobiliari e delle speculazioni, ma soprattutto si rimane colpiti dal fatto che Seminerio non sembri una voce che grida nel deserto né che dica cose strane o strampalate e neanche tanto “alternative”. È razionale. Ma evidentemente la ragione deve avere abbandonato questo continente. In questa situazione, la logica e la ragione, il buon senso e la competenza acquistano il sapore amaro della profezia.

Quella che resta inascoltata.

 

da Voci Protestanti

 

 

http://vociprotestanti.it/2012/10/31/loperazione-e-riuscita-ma-il-paziente-e-morto-recensione-di-la-cura-letale-di-mario-seminerio/

 

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