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“Giovanni e il Messia” – Introduzione alla Lectio Divina su Mc 1,1-8

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1Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. 2Come è scritto nel profeta Isaia:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.
3Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,
4si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».

john-the-baptist-2485627_640Il vangelo odierno è profondamente legato alla profezia del deutero Isaia della prima lettura: è un momento altamente drammatico per Israele, un momento in cui sembra preclusa ogni speranza di salvezza. L’esilio a Babilonia è il frutto dei peccati d’Israele, del suo essersi allontanati da Dio, dell’aver pensato di poter decidere autonomamente, andando anche contro il Signore, per questo è impossibile ogni riscatto. Inaspettatamente, dopo settant’anni di sofferenze, il Signore attraverso il suo profeta squarcia le tenebre della desolazione: «Consolate, consolate il mio popolo… e gridate che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata…». Dio usa misericordia al suo popolo: finalmente il ritorno alla libertà.

Marco, all’inizio del suo Vangelo, sintetizza in tre citazioni tutto l’AT:

la prima è un testo di Esodo (Es 23,20), ed è l’annunzio della liberazione dalla schiavitù egiziana. Il secondo testo – riguardante la giustizia – è tratto da Malachia (Ma 3,1) e la tradizione cristiana primitiva l’ha riferito al Battista, nuovo Elia, che prepara la venuta del Signore. Malachia ci mostra una reazione veemente contro le ingiustizie, di chi non si rassegna davanti al male, ha sete di giustizia e della giustizia di Dio non degli uomini. La giustizia di Dio ha la sua espressione nella communio, nella solidarietà e nell’amore fraterno. Il terzo è un testo di Isaia (Is 40,3) e riguarda la libertà, gli ebrei sono schiavi a Babilonia a causa del male commesso: i cristiani lo interpretano come l’esigenza non più di studiare e vivere la Legge, ma di prepararsi a ricevere il Signore. Giovanni Battista è presentato, quindi, come icona di un uomo che vive giustizia e libertà, che non si arrende davanti al male, alla schiavitù, all’ingiustizia. Marco dà un significato profetico all’opera di Giovanni, invito a un cambiamento radicale di vita, espresso dal gesto simbolico del battesimo realizzazione di questa sete di giustizia e di libertà. La predicazione di Giovanni nel “deserto” inaugura il tempo della salvezza portato da Cristo: il deserto indica il richiamo all’esodo, il cammino tra la terra di schiavitù e la terra promessa, la terra della fraternità. È un luogo di solitudine, dove non si può vivere e che ti spinge a camminare, ad andare oltre. Ma il deserto è anche il luogo dove il popolo d’Israele sperimenta la fedeltà di Dio e il perdono.

Giovanni riscontra un grande seguito popolare. Marco lo presenta «vestito di peli di cammello, e una cinta di pelle ai fianchi, e mangiava locuste e miele selvatico» (Mc1,6), cioè con l’abito del profeta Elia e mangia ciò che il deserto gli offre.

Egli annuncia la venuta «del più forte», cioè l’eroe messianico atteso che interviene nella storia per liberare gli oppressi (cfr. Mc 3,27; Lc 11,22; At 10,38). È più forte per qualità, dignità e attività. La differenza essenziale tra Cristo e Giovanni è palesata dall’antitesi tra il battesimo dell’acqua e il battesimo in Spirito Santo. Quest’ultimo è il compimento della promessa biblica secondo cui Dio rinnoverà il cuore dell’uomo con la forza dello Spirito che dona nuova vita ma che richiede la collaborazione di tutti i credenti.

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