Senza categoria

Donne e Chiesa

Loading

 

 

di Fernanda Di Monte

 

   “Questo libro è l’esito di passione e di ricerche che porto avanti da più di quarant’anni”. Sono parole di Adriana Valerio, storica e teologa, docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

 

   La scrittrice si avvia agli studi teologici nel lontano 1976, quando non si parlava ancora di donne teologhe, né venivano considerate nel panorama culturale italiano.

 

   Certo il Concilio Vaticano II aprì nuovi orizzonti per le donne e per la “questione femminile”. Adriana Valerio si sente interpellata e orienta la sua ricerca all’interno della Chiesa “per andare alla radice dei motivi profondi che avevano determinato invisibilità, marginalità e discriminazione della donna nel mondo cristiano”.

 

   Stessa sorte circa la “questione femminile”,così si ritrova negli studi filosofici, orienta la sua ricerca “sulle donne del passato che nessuno nominava”.

 

   Laurea in filosofia, Valerio ottiene una borsa di studio a Friburgo, frequenta la facoltà statale di Teologia, incontra molti laici e laiche, conosce studiosi come Marie-Dominique Chenu, assiste alle lezioni di Dominique Barthélemy, Joseph Bochenski, Dietmar Mieth, Hans Kung, Christoph Schonborn. Rientrata in Italia con due lauree, una in filosofia e l’altra in teologia, l’autrice del testo inizia la vita accademica alla Federico II, insegnando Storia del Cristianesimo e dedicandosi alla ricerca storica.   

                             

   Il volume “Donne e Chiesa”, in arrivo nelle librerie in questi giorni, pubblicato dalla casa editrice Carocci, è la prima storia della Chiesa di genere, scritta con “l’obiettivo di dare visibilità alle donne”.  “Attraversando i diversi contesti storici e spaziando dal testo sacro alle sue interpretazioni -scrive la docente –  dai primi secoli del cristianesimo alla presenza delle donne al Concilio Vaticano II”.

 

   Ciò che colpisce nella lettura di questa “Storia della Chiesa” al femminile è la scrittura attenta, scorrevole e la documentazione precisa che la teologa apporta a ogni capitolo.

 

   E’ un testo che conduce alla scoperta di tante donne “marginali” che l’autrice fa emergere dalla storia e dall’esegesi biblica e che, “parallelamente ad una tradizione maschile”, hanno elaborato teologicamente modi diversi di interpretare la Bibbia, di fare esperienza del trascendente, di ricercare itinerari propri di fede. 

 

   Adriana Valerio supera le diatribe, ormai logore, di una contrapposizione tra femminile e maschile e fa un’attenta opera di liberazione da ogni teoria per concentrarsi su una differenza, poco affrontata anche dal pensiero femminista: quella che si riferisce al vissuto religioso che“con il suo bagaglio di testi sacri, di principi normativi, di esperienze psicologiche e di riti, costituisce l’orizzonte di senso nel quale le donne, come gli uomini, collocano la propria esistenza”.

 

   La scelta di occuparsi dell’esperienza religiosa, considerandola anche nelle diverse religioni, per le donne non è un fatto accessoriale, né di punti di vista, perché coinvolge tutta la realtà femminile; si tratta di riconoscerne non solo la soggettività ma la centralità dell’essere donna “nello sviluppo dell’organizzazione delle religioni, nella comprensione dei testi, nel loro codificarsi e tramandarsi”.

 

   Il volume “Donne e Chiesa” copre un vuoto storiografico, “supera la carenza epistemologica che ha tradizionalmente privilegiato la centralità maschile per offrire – sottolinea la scrittrice – un sintetico sguardo d’insieme che rimandi a un vissuto religioso attraversato dalla concatenazione delle esperienze maschili e femminili”.  

 

 

{jcomments on}

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *