Per comprendere il breve vangelo di Giovanni (13,31-35) oggi, sarà necessario, dopo alcune introduzioni, contestualizzare la scena in cui Gesù parla ai suoi discepoli del Grande Comandamento.
E’ il comandamento dell’Amore, sintesi dell’intero messaggio evangelico, presente nei vangeli sinottici e nell’Antico Testamento (Levitico 19,18)
Nella versione di Matteo (22,37-40) il comandamento viene dato da Gesù come risposta a una domanda su quale sia il comandamento più grande:
“Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Ama il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti»
Anche la versione di Marco (12,19-31) è molto simile, con qualche differenza di espressione:
“Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; 30 amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31 E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questo».
Nella versione di Luca viene posta la continuità con l’antico testamento. C’è un dialogo tra Gesù e un dottore della legge che chiede cosa si possa fare per ereditare la vita eterna:
“«Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai» e introduce parabola del buon samaritano
Giovanni espone il comandamento dell’amore con una collocazione diversa, nel vangelo di oggi. Rispetto ai vangeli sinottici, in cui si mette in evidenza la continuità con l’Antico Testamento, nel testo di Giovanni viene sottolineata la novità del comandamento:
“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.”
Tutta la liturgia oggi è un inno al “nuovo”
“Cantate al Signore un canto nuovo,” (antifona)
“vidi un cielo nuovo e una terra nuova”
”ecco faccio nuove tutte le cose” (seconda lettura, Apocalisse )
“Vi do un comandamento nuovo”( Vangelo)
Leggendo rimaniamo in fiduciosa attesa del “nuovo” donato da Gesù perché tutto ciò che rinnova l’uomo porta chiarezza, luce, gioia; il comandamento nuovo ci identifica come suoi amici, opera un cambiamento, e ci unisce a lui.
Bisogna leggere qualche versetto precedente per comprendere meglio la profondità e l’assolutezza di questo comandamento nel vangelo di Giovanni E’ l’ultima cena di Gesù con i suoi, l’incontro conclusivo che precede il suo sacrificio estremo e il suo dono perenne. Gesù annuncia esplicitamente che uno di loro lo tradirà; non indica però il nome, sarebbe stata l’accusa a un nemico, ma usa l’espressione “è colui per il quale intingo il boccone nel piatto e glielo darò”, gesto e segno di alleanza e ospitalità riservato ai capifamiglia. Non si arrende Gesù,e non riununcia a offrire comunione anche a chi sta per tradirlo. Egli traduce nei fatti il comandamento nuovo “amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono (Luca 6,27-28)
Significativa anche l’espressione “ora il Figlio dell’Uomo è stato glorificato”: nel turbamento per l’approssimarsi consapevole dell’agonia, Gesù avverte compiuta la sua missione e la glorificazione reciproca di Dio in Lui e di Lui in Dio, esaltazione dell’amore divino che diviene visibile, concreto nella vita quotidiana che investe tutti gli uomini, perché se amiamo Dio, non possiamo non amare chi Dio ama.
Il “comandamento nuovo” interroga oggi più che mai l’uomo sul concetto di amore, termine che la società contemporanea ha tanto frainteso, spettacolarizzato, usato e abusato. Nel messaggio di Gesù ne possiamo ritrovare la forza e il senso vero trascendente. L’amore è tutto, come dice sant’Agostino.
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